Trento: prima dei corsi Yin Yoga…

Trento: prima dei corsi Yin Yoga…

Volevo leggere ancora qualche pagina di  “Yin Yoga” di Bernie Clark prima di dirigermi ai corsi Yoga. Seduto su una panchina, in un meraviglioso parco a Trento città, sono stato colpito da questa frase che vorrei condividere.

 

“We do not use the body to get into a pose, we use the pose to get into the body”

“Non ci serviamo del corpo per entrare in una posizione yoga, ma usiamo la posizione per entrare nel corpo.”

 

Corsi Yoga Trento

E’ per questo che è molto importante un corretto approccio allo Yin Yoga. Non dobbiamo prendere il corpo strattonandolo finché non raggiunge la posizione voluta. Anche se non si è raggiunta la posizione ideale, quella da rivista per intenderci, dobbiamo sapere che la posizione sta comunque lavorando contemporaneamente su molteplici aspetti, dal corpo alla mente, dall’energia alle nostre emozioni. Detto questo proviamo a fare silenzio, rimanendo immobili, e ci mettiamo in ascolto. Ascoltiamo il corpo che ci parla. Ascoltiamo i vari cancelli che si aprono, come piccoli e dolci inviti che possiamo cogliere e seguire per guadagnare un millimetro, o una frazione di millimetro. Ma è il corpo che ci invita, è dal corpo che parte il movimento dello Yin Yoga. Dobbiamo quindi entrare nel corpo, ascoltandoci, percependo i vari cambiamenti, spesso molto sottili, che possono avvenire…

 

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La verità selvaggia

La verità selvaggia

di Jeff Foster

 

“Ho visto accadere miracoli, quando le persone han detto semplicemente la verità.

Non la “bella” verità.
Non è la verità che cerca di compiacere o confortare.
Ma la verità selvaggia. La verità selvaggia.
La scomoda verità.
La verità tantrica. La “cazzo di verità”.

La verità che hai paura di dire.
L’orribile verità su di te
che ti nascondi per “proteggere” gli altri.
Per evitare di essere “troppo”.
Per evitare di essere vergognoso e rifiutato.
Per evitare di essere visto.

La verità dei tuoi sentimenti più profondi:
La rabbia che hai nascosto, controllando, congelando gli orrori di cui non vuoi parlare.
Gli impulsi sessuali che hai cercato di intorpidire.
I desideri primitivi che non puoi sopportare di articolare.

Alla fine, le difese si rompono,
e questo materiale “non sicuro” emerge
dal profondo dell’inconscio.
Non puoi più trattenerlo.
L’immagine del “bravo ragazzo” o “bella ragazza” evapora.
Il “perfetto”, il “colui che ha capito tutto”,
L’ lo ‘evoluto’, queste immagini bruciano.

Tu tremi, sudi, ti avvicini al vomito,
pensi di poter morire facendolo,
ma alla fine tu dici la fottuta verità,
la verità di cui ti vergogni profondamente.

Non la verità astratta. Non la verità “spirituale”.
Non una verità formulata con cura, progettata per prevenire l’offesa.
Non una verità ben confezionata.
Ma una verità umana disordinata, infuocata e sciatta.
Una sanguinaria, passionale, provocante, sensuale,
verità mortale selvaggia e non decantata.
Una verità traballante, appiccicosa, sudata e vulnerabile.

La verità di come ti senti.
La verità che consente a un’altra persona di vederti grezza.
La verità che fa sussultare.
La verità che fa battere il tuo cuore.

Questa è la verità che ti renderà libero.

Ho visto scomparire le depressioni croniche e le ansie che durano da tutta la vita da un giorno all’altro.
Ho visto evaporare profondamente i traumi incorporati.
Ho visto la fibromialgia, emicranie, stanchezza cronica, mal di schiena insopportabile, tensione corporea, disturbi allo stomaco, svanire, non tornare mai più.

Naturalmente, gli “effetti collaterali” della verità non sono sempre così drammatici.
E non entriamo nella nostra verità con un risultato in mente.
Ma pensa alle enormi quantità di energia che costa
reprimere la nostra natura selvaggia degli animali,
intorpidire la nostra natura selvaggia,
reprimere la nostra rabbia, le lacrime e il terrore,
sostenere un’immagine falsa e fingere di essere ‘ok’.
Pensa a tutta la tensione che tratteniamo nel corpo,
e il danno che fa al nostro sistema immunitario,
quando viviamo nella paura di “uscire”.

Corri il rischio di dire la tua verità.
La verità che hai paura di dire.
La verità che temi farà girare il mondo.
Trova una persona sicura – un amico, un terapeuta, un consulente, te stesso –
e lasciati entrare. Lascia che ti tengano quando ti abbatti.
Lascia che ti amino
mentre piangi, ti arrabbi, tremi di paura,
e generalmente fai un casino.

Dì la tua fottuta verità a qualcuno – potrebbe solo salvarti la vita, guarirti dal profondo e connetterti con l’umanità in modi che non avresti mai immaginato.”

 

Yoga e Verità

 

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Yoga nudo e semplice

Yoga nudo: lo yoga per la semplicità

Ho sentito parlare spesso di cose un po’ particolari.

Lo Yoga come molte discipline orientali si porta appresso un vocabolario di nomi e concetti davvero vasto che sicuramente disarma l’occidentale medio.

Per chi li sente la prima volta rischiano purtroppo di sembrare cose molto astruse. E non serve andare in India per sbatterci contro. Dalla fiera dell’oriente a Padova, al Sana di Bologna o ad uno dei tanti festival dello Yoga (quello di Merano è un esempio) ecco che subito si apre un mondo, si alza un sipario.

Reiki, Chakra, Aura, Energie sottili, canali energetici, corpo pranico, piano astrale, mantra, doppio eterico, kundalini…

C’è di tutto.

C’è da perdersi.

E con diffidenza solitamente ci si fa un’idea con ciò che appare di più, generalmente la prima facciata, quella consumistica.

Bagni di gong, cremine per aprire i chakra, lettura dell’aura, pendoli…

Non di rado ho visto persone sospettose dare un giudizio affrettato (e solitamente negativo) facendo di tutta un’erba un fascio.

I commenti si possono così riassumere

“un mare di sciocchezze”

“non c’è nulla di dimostrato”

Che tipo di persona sei?

Volessimo fare un gioco, potremmo raggruppare le persone in tre macrotipologie:

  1. quelle scettiche, che rifiutano tutto ciò che non è dimostrabile a priori
  2. quelle credulone che considerano vero tutto quello che viene detto loro
  3. quelle che stanno nel mezzo.

Queste ultime si rendono conto che in ogni settore ci sono persone oneste e capaci e altre che se ne approfittano, si rendono conto che come in ogni cosa ci sono delle verità e delle fesserie e mantengono un atteggiamento aperto seppur accompagnato da un buon spirito critico.

Tuttavia è bene parlarne di questi argomenti, perché oggigiorno il marketing di questo settore ha ormai fatto arrivare alle orecchie di tutti o quasi parole come chackra, energia, aura…

Dove sta la verità?

Sono concetti reali o un mare di fandonie? Esistono i chackra?

yoga trento corsi - chakra

Sicuramente per come è strutturata la nostra società, per le sue radici e mentalità, sono concetti lontani, talmente lontani che vengono generalmente rifiutati o considerati, nel migliore dei casi, fantasticherie, dolci storielle per allietare la notte ai bambini.

Per altre società, che nascono da contesti completamenti diversi, sono concetti molto più vicini e accettati dalla stragrande maggioranza delle persone.

Un esempio su tutti: la reincarnazione.

Abbiamo mezzo mondo che ci crede, l’altra metà che non ci crede.

Chi ha ragione?

Se chiedo ad un Cattolico avrò una risposta, se chiedo ad un Buddista un’altra.

Chi ha ragione?

Non è facile stabilire cosa è vero e cosa è falso, non è facile darsi una risposta. Non possiamo credere ciecamente a tutto né ritenere che tutto sia mera illusione, e perciò, come da tante altre parti, anche in questo settore il reale, la verità, non è evidente, ma nascosta: va cercata, messa in dubbio, provata, riconosciuta, rimessa in dubbio…in un processo costante di ricerca del vero e che non sempre, occorre dirlo, porta a rispondere alle domande con le quali siamo partiti.

Occorre precisare che è enormemente difficile non giudicare tutto e subito. In molti tendono a rifiutare  questo mondo ritenendo i concetti incontrati pura invenzione dell’uomo. Tronfi dall’alto della nostra scienza e barricati in una gabbia di preconcetti e condizionamenti, è molto facile ritenere falso ogni cosa che non possa essere dimostrata scientificamente rifiutando a priori l’esistenza di qualcosa che ci è precluso o totalmente estraneo, un qualcosa che non è percepibile con i normali sensi di cui un essere umano dispone e talvolta nemmeno dalla sua tecnologia.

Ciò che vorrei proporre non è una risposta ma un diverso approccio al problema.

La parentesi storica: un esempio

Prima di Colombo tutti (o quasi) ritenevano che l’America non esistesse. Parlare di un gigantesco continente al di là dello stretto di Gibilterra era pura fantasia. Storie che si potevano raccontare la sera ai bambini per affascinarli. Ciò che la storia insegna è che possiamo stabilire con una buona certezza l’esistenza di ciò di cui abbiamo prove tangibili.

I numerosi reperti storici pervenuti ci aiutano ad affermare che Colombo è partito con le sue tre caravelle alla volta delle Americhe  il 3 agosto 1492 (cercava una strada per l’Asia in realtà). Con le prove scientifiche  possiamo affermare che questo fatto è accaduto.

Non possiamo però affermare ciò che comunemente (ed erroneamente) aggiungiamo noi, ossia che nessuno prima di Colombo abbia intrapreso lo stesso viaggio sbarcando vittorioso sulle coste americane.

L’errore è di logica.

Infatti queste “prove” scientifiche su Colombo sono assolutamente e logicamente non sufficienti, basta fermarsi un attimo a ragionare per capirlo, per asserire che nessuno prima di lui sia mai sbarcato in America. Questa seconda tesi, ossia “Colombo è stato il primo a scoprire l’America” per essere considerata vera avrebbe bisogno di altre evidenze scientifiche, come ad esempio la prova che nessuno è mai sbarcato sulle coste americane prima di lui, tesi evidentemente indimostrabile.

Accade anche che nel tempo la scienza faccia luce su questi aspetti dimostrando ad esempio che I vichinghi sbarcarono prima di Colombo.

La cosa importante è non ricadere nello stesso errore di logica.

Dire infatti che i Vichinghi sono stati i primi a sbarcare sulle coste dell’America equivarrebbe rifare lo stesso ragionamento di prima, semmai dovremmo dire che i Vichinghi, rispetto ai dati a noi pervenuti, sono i primi ma potrebbero anche non esserlo.

Bisogna lasciare la porta aperta.

Altri esempi.

Parlando degli Ufo ad esempio abbiamo una fetta di popolazione che ci crede ciecamente e un’altra che li nega completamente. Le loro tesi sono così riassumibili: “gli ufo non esistono perché non abbiamo mai avuto prova della loro esistenza” e “gli ufo esistono perché, anche se non abbiamo mai avuto prova della loro esistenza, è impossibile che in un universo infinito ci sia un solo pianeta ospitante esseri viventi”.

Tuttavia, per le prove che abbiamo (o meglio che non abbiamo), dobbiamo rifiutare entrambe le tesi perché nessuna delle due è dimostrata o smentita.

Dove sta allora la verità?

Esistono o non esistono?

“Così è se vi pare” diceva Pirandello, nel senso che in sostanza ognuno può credere a ciò che vuole.

Qualcuno invece suggerisce una terza soluzione al problema, ossia quella di “non credere” a queste tesi, in quanto né l’una né l’altra dimostrabili, lasciando il problema irrisolto. Questo ci permetterebbe di tenere l’argomento sempre aperto, e la mente sempre ricettiva al nuovo, ad eventuali evidenze che in un modo o nell’altro possano prima o poi far luce sulla questione. Se decidiamo arbitrariamente, senza ricerca, qual è la verità, perché abbiamo bisogno di credere a qualcosa stiamo in realtà offuscando il problema.

Ripeto allora la domanda: cosa possiamo considerare “reale”?

L’esempio dello Yoga

Cosa centra tutto questo con lo Yoga?

Senza esperienza diretta non possiamo affermare né l’esistenza dei chackra né che non esistano, e così via per molti altri concetti.

E se realizzate davvero questa frase capite anche che questo modo di affrontare la vita e questi temi è oltremodo destabilizzante: ci sradica completamente dalle nostre convinzioni. Noi amiamo le certezze e le rassicurazioni, è un amore che è scritto nel nostro DNA. Il bisogno spasmodico di certezze aiuta a dare un senso, un contorno a ciò che viviamo, a toglierci quell’ansia del futuro, quell’ansia che ci prende le viscere quando realizziamo che nulla è in nostro controllo. Abbiamo bisogno quindi di definire, delimitare il reale da ciò che non lo è.

Ma è davvero così semplice affermare questo o quello?

Dividere tutto in due bei gruppi, belli e distinti, ciò che esiste e ciò che è illusione?

Io credo non sia assolutamente facile dividere il mondo in due gruppi. E’ un esercizio che potrebbero forse fare i bambini nella loro inconsapevolezza e comunque, in base alla propria soggettività, farebbero gruppi sicuramente non corrispondenti gli uni agli altri, questo per dimostrare che tutti abbiamo idee diverse su ciò che esiste e ciò che non esiste.

Il sogno è reale o è illusione?

La sofferenza è reale o è illusione?

Il desiderio è reale o è illusione?

Una rosa è reale o è illusione?

Un chackra è reale o è illusione?

Abbiamo davvero troppe certezze.

Solo fermandoci un attimo in più a pensare possiamo lasciarle cadere facendo spazio alla fresca leggerezza delle domande. Siamo davvero convinti di troppe, troppe cose. La vita, la vita vera intendo, offre ben pochi appigli. Accade sempre qualcosa di inaspettato, che ci rovina i nostri meravigliosi progetti, i nostri perfetti e infallibili piani per il futuro.

Per questo affermo che ho trovato soprattutto domande, perché non mi basta un libro che parla di chackra per convincermi che esistano, né il fatto che non si possano dimostrare/misurare per convincermi che non esistano.

Mi sento un po’ come San Tommaso per certi versi, che ha bisogno di un’esperienza diretta (possibilmente ripetibile) per credere o non credere a questo o quello. In realtà San Tommaso non credeva fino a prova contraria, io invece lascio proprio il problema aperto e irrisolto in tutta la sua bellezza di essere un mistero senza dover per forza sbilanciarmi da una parte o dall’altra definendolo.

Con questo approccio lo Yoga diventa davvero un viaggio meraviglioso, senza dogmi, verità acclamate, fastidiose superstizioni. Lo yoga diventa pura esperienza personale e profonda indagine, vera ricerca scientifica dove si ragiona sulle tesi e sulle evidenze che il nostro corpo ci offre come risposta, un’avventura dentro se stessi, con i suoi momenti d’estasi e di sconforto, i suoi passi e le sue conquiste, o con la realizzazione che bisogna tornare indietro da capo e ricominciare nuovamente.

Per questo ho esordito “per uno yoga nudo e semplice”, intendendo uno yoga disadorno di tutti i concetti che sono stati tanto ripresi e inflazionati nel settore, uno yoga che non considera vero o falso a priori ciò che è scritto su un libro, ma che si propone come scopo l’esperienza diretta, con gran onestà intellettuale, pazienza e dedizione, e la consapevolezza che potrebbe anche essere che alcuni misteri, anche dopo tanto cercare, rimangano comunque tali.

 

 

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Yin Yoga

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Yin Yoga 

l’arte della quiete negli asana

Yin Yoga è una pratica semplice e dal ritmo lento, che agisce sul tessuto connettivo profondo del corpo. Allo stesso tempo aiuta a migliorare la capacità di movimento delle articolazioni, a stimolare il flusso energetico dei meridiani e degli organi, a calmare le emozioni, ed a preparare il corpo e la mente per stati profondi di meditazione. Yin Yoga Trento Mantenendo ogni asana per alcuni minuti e seguendo una respirazione profonda e consapevole, lentamente si cominciano a rilassare i muscoli, permettendo al tessuto connettivo profondo che avvolge i muscoli e danno forma alle capsule articolari (fascia, legamenti, tendini ed ossa) di nutrirsi, fortificarsi ed “allugarsi” in modo sicuro e terapeutico. La pratica Yin si focalizza sull’auto-osservazione e sull’ascolto. Quando si assume una postura, seguendo l’allineamento naturale, si lasciano andare tutte le distrazioni e idee preconcette e si porta l’attenzione in modo particolare nel momento presente, su un’intenzione e senza giudicare, sviluppando così la capacità di sentire il movimento nel non-movimento, di percepire le sensazioni del corpo o le emozioni che emergono, e di sentire il respiro, con la mente e con il cuore.

Lo Yin Yoga ha il solo scopo di rilassare e calmare e non include quasi mai una parte di lavoro Yang.

Lo Yin Yoga si ispira al concetto taoista di yin e yang, il giusto equilibrio tra forze opposte e complementari della natura. Tutto quello che è chiaro, mobile, caldo, flessibile, morbido ed attivo è di natura yang. È invece yin ciò che è scuro, quieto, freddo, rigido, duro e passivo. All’interno del nostro corpo, i muscoli sono di natura yang perché sono morbidi ed elastici, mentre il tessuto connettivo (fascia, legamenti, tendini, cartilagine ed ossa) è rigido, duro o poco flessibile ed è di natura yin. Il proposito è rilassarsi completamente nella posizione. Più a lungo si mantiene la posizione, più è possibile lasciare andare le tensioni. Di conseguenza nello Yin Yoga si lavora sui tessuti profondi come i tendini, la fascia e i tessuti connettivi.

Lo scopo dello yin yoga è dunque rilassare i muscoli e stimolare il tessuto connettivo applicandovi una tensione ottimale per un certo tempo e mantenendo una respirazione profonda. In questo modo il tessuto si allunga, si fortifica e si apre lentamente, creando più spazio tra le articolazioni, migliorandone il movimento e rendendole più salde, stabili e forti. Inoltre, secondo la teoria dei meridiani della medicina cinese, il tessuto connettivo ospita i punti d’incrocio dei canali (meridiani secondo la tradizione cinese o nadi secondo quella indiana) attraverso i quali scorre l’energia vitale, detta anche Prana o Chi.

Tale flusso energetico rallenta e ristagna, soprattutto attorno alle articolazioni (bacino e parte bassa della schiena, seguito delle ginocchia e le spalle), in mancanza di una corretta attività fisica. In tal caso, per equilibrare i meridiani, è particolarmente utile una pratica yin lenta e consapevole, in cui ogni posizione è mantenuta passivamente per alcuni minuti, per aprire e stimolare le articolazioni, e incrementare il flusso energetico.

Per saperne di più continua ad approfondire:

Introduzione allo Yin Yoga

Storia dello Yin Yoga

La Pratica dello Yin Yoga

Posizioni nello Yin Yoga

 

Struttura tipo di una lezione di Yin Yoga 

  • presa di consapevolezza del proprio corpo (propriocezione), meditazione
  • riscaldamento
  • tecniche di Yin Yoga e Hatha Yoga, prevalentemente a terra, mantenute per un certo tempo
  • rilassamento, pranayama (esercizi di respirazione), meditazione, yoga nidra

Ciò che ci si può aspettare dal corso Yin Yoga Trento

Sebbene questo yoga sia principalmente statico e non impegnativo da un punto di vista energetico-muscolare (non si fa fatica fisica né si suda) è particolarmente sfidante invece da un punto di vista mentale perché si pone in completa antitesi alla diffusa iperattività fisica e mentale che tanto caratterizza la nostra società occidentale.
 
Non siamo più capaci di restare fermi e in pace con noi stessi.
 
Anche di fronte alla fila di un supermercato o semplicemente aspettando l’ascensore ecco arrivare la noia, l’impazienza, l’irritazione del dover aspettare, del dover attendere (e soprattutto del dover stare qualche istante con noi stessi).
Lo Yin Yoga è sostanzialmente diverso dallo Yang Yoga ed è Maestro nel ricollegarci a noi, allo stare con noi stessi e col nostro corpo.
 
Nello Yin Yoga “non si usa il corpo per entrare in una posizione ma si usa la posizione per entrare nel corpo” – Bernie Clark
 
Faccio notare che nel Tao, lo Yin (mezzaluna nera) pur completando lo yang contiene lo stesso principio Yang (rappresentato dal punto bianco) e viceversa. Questo principio che vede lo Yin e lo Yang non solo complementari ma che si contengono reciprocamente viene interpretato nello Yin Yoga come stasi (Yin) nel corpo e accesa Presenza mentale (Yang).
 
I tempi di stasi delle varie posizioni possono variare molto, sia da posizione a posizione sia durante il corso dell’anno proporzionalmente all’esperienza dei praticanti.
In linea generale all’inizio del corso le asana sono mantenute per circa 3 minuti l’una (si ricorre all’occorrenza al suono di un campanellino che aiuta nel mantenere i tempi) inframmezzate da alcune posizioni o movimenti che aiutano a compensare il lavoro fatto e a sciogliere ulteriormente la fascia. Verso la fine del corso vengono proposte Pratiche in cui un’asana o un gruppo di asana vengono mantenute per un tempo più lungo arrivando anche a 5 – 6 minuti per posizione.
Gli esercizi di concentrazione (Dharana) proposti durante le varie tecniche sono molteplici ma tutti miranti a radicare la persona nel momento presente facilitando lo stato meditativo (inteso come cessazione delle modificazioni mentali – Yogas Chitta Vritti Nirodha).
 
L’ancoraggio al corpo e alle sue sensazioni diventa leva importante per rimanere adesi al “Qui ed Ora” imparando a conoscere la mente, il funzionamento del pensiero e le reazioni emotive meccaniche ad esso correlate.

Referenze: “Yin Yoga… Outline of a quiet practice”, Paul Grilley. White Cloud Press 2002 – http://www.paulgrilley.com “Insight YOGA”, Sarah Powers. Shambhala 2008 – http://www.sarahpowers.com “Brightening our inner skies Yin and Yoga”, Norman Blair, MiMargins cMac  2017 – http://www.yogawithnorman.com “YinSights”, Bernie Clark. 2007 – http://www.yinyoga.com

 

Continua ad approfondire:

Yin Yoga in generale

Introduzione allo Yin Yoga

Storia dello Yin Yoga

La Pratica dello Yin Yoga

Posizioni nello Yin Yoga

 

O vedi il modulo YogaFit

O approfondisci la filosofia:

Le origini dello Yoga

Il sistema Sankhya

 

 

Lezione Yin Yoga completa

 

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Yoga Fit Trento – Yang Yoga

Yoga Fit Trento – Yang Yoga

Yoga Fit Trento è un corso di Yang Yoga, ossia uno stile di yoga dinamico ed energizzante, volto all’attivazione e al riequilibrio energetico della persona sia per la parte fisica che per quella emotiva e mentale. Sebbene le tecniche (asana) che si propongono derivino prevalentemente dall’Hatha Yoga verranno proposte anche alcune sequenze in Vinyasa dove verrà dato maggior rilievo all’utilizzo del respiro. E’ proprio un respiro intenso e consapevole che guida la transizione Vinyasa da una posizione all’altra ossigenando ogni cellula di ogni tessuto in modo profondo durante il movimento muscolare stesso. Per chiarezza: non è lo YogaFit® nato a Los Angeles negli anni ’90 anche se in parte può assomigliare. L’Hatha Yoga è costituito da un complesso di esercizi fisico-ginnici, o asana, e da esercizi di controllo della respirazione (più propriamente del prâna, «soffio vitale»), o pranayama, perfezionati nel corso dei secoli da generazioni di yogin. La pratica dello hatha-yoga tende al raggiungimento dell’equilibrio psico-fisico, di una maggiore consapevolezza dei nostri processi vitali, fisiologici e, più in generale, del nostro corpo in ogni sua parte. Come raggiungiamo tale equilibrio e tale consapevolezza? Con la pratica costante e regolare. Se analizziamo infatti il significato del termine hatha, scopriremo che esso indica appunto «sforzo», «ostinazione», «pertinacia».Yoga Fit Trento La pratica riveste quindi un’importanza fondamentale, andando a modificare lo stato mentale e fisico. Ecco alcuni dei più evidenti benefici:

  • miglioramento generale nello stato di salute;
  • maggiore calma e capacità di concentrazione;
  • tonificazione muscolare e miglioramento della mobilità articolare;
  • regolarizzazione del peso corporeo;
  • maggiore vitalità anche in età avanzata.

Il Vinyasa è invece una forma di yoga dinamico che, anziché far eseguire le posizioni in una semplice successione, le collega in un flusso. Le transizioni del vinyasa sono movimenti precisi che chiudono e aprono le asana in modo appropriato e con estrema attenzione, per condurre lo studente da una posizione all’altra in sicurezza e in modo coordinato con il proprio respiro.

Struttura della lezione di Yoga Fit
  • presa di consapevolezza del proprio corpo (propriocezione), meditazione/pranayama
  • riscaldamento
  • tecniche di Hatha Yoga e Vinyasa in piedi e a terra
  • rilassamento finale
 
 

Ciò che ci si può aspettare dal corso Yoga Fit

Le asana vengono introdotte agli allievi lentamente e per gradi.  Dopo un primo periodo in cui si approfondiscono le varie posizioni e gli allineamenti (anche questi trasmessi un po’ per volta e per importanza) verrà dato più spazio al flusso (Vinyasa Flow) e al lavoro di attivazione energetica muscolare.  Verranno proposte nella seconda metà dell’anno anche alcune asana di forza (arm balancing poses) conosciute ai più grazie al Power Yoga ma derivanti da ben più antiche origini, attraverso cui gli allievi potranno cimentarsi con delle posizioni sfidanti ricordando sempre però che non ci dovrebbe interessare la prestazione bensì l’osservazione del nostro stato interno durante il processo di apprendimento volto ad un percorso autoconoscitivo delle nostre reazioni emotive meccaniche.  

Vedi il modulo Yin Yoga

 

O approfondisci la filosofia:

Le origini dello Yoga

Il sistema Sankhya  

Yoga Sutra

 

Pratica Hatha Yoga completa – esempio

 

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Il grande sigillo

I consigli di Tilopa su:

“Il Grande Sigillo”

[Mahamudra]

 

Il Grande Sigillo non può essere insegnato, ma tu, benedetto, intelligente Naropa, che affrontando le difficili prove sei paziente nella sofferenza grazie alla devozione verso il maestro, accogli nel cuore queste parole.

Lo spazio si appoggia forse su qualcosa? Similmente, il Grande Sigillo non ha nulla su cui appoggiarsi.
Rimani rilassato nello stato naturale inalterato.
Se si rilasciano i legami senza dubbio si è liberi.

Quando si osserva il centro dello spazio si cessa di vedere tutto il resto.
Similmente, se si osserva la coscienza, le forme di pensiero si dissolvono e si consegue il sommo risveglio.

I banchi di nebbia si dissolvono nello spazio senza andare altrove né rimanere da qualche parte.
Similmente, le forme di pensiero scaturiscono dalla coscienza, ma quando si ha la visione della propria coscienza l’onda delle immagini mentali si dissolve.

La vera natura dello spazio non ha né colore né forma e non è condizionata né dal bianco né dal nero.
Similmente, l’essenza della propria coscienza non ha né colore né forma e non è condizionata né dalla virtù né dal vizio.

Tilopa - Arjavam Yoga TrentoIl cuore del sole chiaro e limpido non può essere oscurato dal buio delle ere cosmiche.
Similmente, la chiara luce che è l’essenza della propria coscienza non può essere oscurata dal ciclo delle ere cosmiche.

Si definisce “vuoto” lo spazio, ma lo spazio è indicibile.
Similmente, la propria coscienza è detta “chiara luce”, tuttavia in essa non c’è nulla che possa essere definito dicendo “è così”.

Dunque, la vera natura della coscienza è sin dal principio come lo spazio, e non c’è nulla che non confluisca lì.

Smetti di fare qualunque movimento fisico e rimani tranquillo nello stato naturale.
Non hai nulla da dire, i suoni sono vuoti come l’eco.
Non hai nulla a cui pensare, contempla ciò che trascende la mente.

Il corpo umano come una canna di bambù, la coscienza al di là dei pensieri come il centro dello spazio: rilàsciati in questo stato senza perdere la consapevolezza né trattenere nulla in mente.

La coscienza senza punti di riferimento è il Grande Sigillo.
Prendendo dimestichezza con questo stato si ottiene il Sommo Risveglio.

La visione del grande Sigillo, che è chiara luce, non può essere conseguita attenendosi alle esposizioni dogmatiche e alle scritture proprie sia del sistema exoterico: sutra (insegnamenti), vinaya (regole), abhidharma (filosofia), paramita (perfezioni) sia di quello esoterico: tantra.
Infatti la visione della chiara luce è ostacolata dal dogmatismo.

L’osservanza dogmatica dei precetti equivale a non mantenere il vero impegno.
Non avere fissazioni à libertà dal dogmatismo.
Il pensiero è come l’onda che si alza e ritorna naturalmente.
Se non si possiede la consapevolezza del valore autentico, al di là delle idee fisse e comportamenti rigidi, l’impegno spirituale è mantenuto come una lampada che elimina l’oscurità.

Quando si è liberi dal dogmatismo, perché non ci si fissa più su una conclusione, si consegue la visione del vero significato di tutti gli insegnamenti.
Se si penetra questa verità ci si libera dalla gabbia del divenire. Se si contempla questa verità si brucia tutto ciò che oscura e causa sofferenza.
Chi così realizza è detto “lampada dell’insegnamento”.

Gli sciocchi che non stimano questa verità finiscono per lasciarsi trascinare dalla corrente del divenire. Poveri sciocchi che devono sopportare questa insopportabile sofferenza!
Se essi desiderano porvi fine devono seguire una guida esperta e far discendere nel proprio cuore l’energia spirituale, così la loro coscienza sarà libera.

Oh, vivere condizionati dal divenire non ha senso e causa sofferenza. L’azione mondana è senza valore, perciò si consideri cos’ha valore e senso.

Il supremo modo di vedere è trascendere soggetto e oggetto.
La suprema meditazione è non essere distratti.
La suprema condotta è assenza di sforzo.
La realizzazione della mèta è non avere né speranza né timore.

La vera natura della coscienza è chiarezza al di là delle immagini.
La mèta della via degli esseri risvegliati è conseguita senza una via da percorrere.
Il sommo risveglio è realizzato senza qualcosa da praticare.

Oh, considera bene l’esistenza mondana. Essa è transitoria, come un’illusione e un sogno non è qualcosa di reale. Perciò pentiti e lascia l’azione mondana.
Taglia completamente i legami affettivi con il tuo seguito ed il tuo Paese. Medita da solo in un eremo di montagna o nella foresta.

Rimani nello stato in cui non c’è nulla da meditare.
Quando otterrai ciò che non è da ottenere, allora otterrai il Grande Sigillo.

Dal tronco di un grande albero si sviluppano rami e foglie, però se lo si taglia di netto alla base tutti i rami seccano.
In modo simile, quando si recide la mente alla base seccano le foglie e i rami del divenire.

L’oscurità accumulata durante le ere cosmiche è cancellata da una lampada.
Similmente, l’unica chiara luce della propria coscienza dissipa gli oscuri ostacoli dell’ignoranza accumulati durante le ere cosmiche.

Oh, tramite l’intelletto non si ha visione di ciò che lo trascende; tramite l’azione non si comprende ciò che la trascende.

Se desideri attingere ciò che trascende l’intelletto e l’azione, recidi la tua mente alla base e lascia la consapevolezza nuda.
Lascia che l’impura acqua dei pensieri si schiarisca.
Lascia la realtà fenomenica così com’è, senza affermare né negare.

Quando non c’è più attaccamento né rifiuto, si comprende che l’esistenza è il Grande Sigillo.

La base di tutto non è nata, perciò è libera dal condizionamento delle tracce psicologiche.
Rimani nell’essenza non nata, senza orgoglio e calcolo.
Lascia che i fenomeni appaiano naturalmente e le immagini mentali si dissolvano.

Il supremo modo di vedere è la completa libertà dal dogmatismo.
La suprema meditazione è la vasta profondità senza confini.
La suprema condotta è la rottura dei limiti.
La suprema mèta è lo stato naturale senza più aspettative.

La mente del principiante all’inizio è come una cascata, poi diventa come il fiume Gange che scorre tranquillo, infine è come il confluire dei fiumi nell’oceano, quando madre e figlio si incontrano.

Se si è dotati di capacità inferiori, non essendo in grado di rimanere nello stato naturale grazie alle istruzioni precedenti, occorre mantenere la pura consapevolezza attraverso il controllo della respirazione. Inoltre, tramite la fissazione dello sguardo si può concentrare la mente in vario modo, finché non si riesce a rimanere in uno stato di pura consapevolezza.

Se ci si affida al “sigillo dell’azione” si può sperimentare il sentire non duale del piacere e del vuoto: quando la sacra energia del metodo e dell’intuizione è armonizzata, va fatta scendere lentamente, poi deve essere trattenuta, tirata indietro, ricondotta alla fonte ed espansa in tutto il corpo.
In questo momento, se non c’è più desiderio, sorge il sentire non duale del piacere e del vuoto.

Chi pratica in questo modo avrà vita lunga senza capelli bianchi e crescerà come la luna; avrà un aspetto luminoso e la forza del leone; otterrà velocemente i poteri ordinari e rimarrà assorbito nel sommo risveglio.

Questa istruzione personale sull’essenza del Grande Sigillo possa rimanere nel cuore degli esseri destinati a riceverla.

 

 

 

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Il sistema Arjavam Yoga Trento

Corsi di yoga a Trento: quando e dove?

Corsi di yoga a Trento
Ottobre – maggio

 

TABELLA DELLE ATTIVITA’

 

Corsi di yoga a Trento

 

Dove: nella nuova sala Via Venezia 45, sopra l’erboristeria Luna di Maggio

Per informazioni/iscrizioni ai corsi di Yoga a Trento (Pergine Valsugana)

telefono: Giacomo 3489347536

mail: arjavamyogatrento@gmail.com

FB:  https://www.facebook.com/ArjavamYogaTrento/

iscrizioni sempre aperte: è possibile aggiungersi al gruppo in qualsiasi momento durante l’anno

Prove gratuite: la prima lezione di ogni nostro corso è di prova gratuita. Prenota la tua prova al 3489347536

Sala: Ambiente caldo con pavimento in legno naturale da 15-18 persone.

Spogliatoio, bagno con doccia, cucinino e spazio tisane.

 

 

POSTI DISPONIBILI 

Prenota la tua pratica al 348 93 47 536

 

Corsi di yoga a Trento


Per saperne di più sui Corsi di yoga a Trento proposti…

Arjavam Yoga Trento – SSD Yoga Planet propone le seguenti attività riservate ai soci:

 

Yoga Fit – Yang Yoga

Corsi di yoga a TrentoYoga Fit  è uno yoga dinamico ed energizzante, volto all’attivazione e al riequilibrio energetico della persona sia per la parte fisica che per quella emotiva e mentale.

Per capire di cosa si tratta vedere la parte del sito dedicata.

  • Requisiti: Si richiede ai partecipanti un minimo di esperienza Yoga pregressa
  • Quando: Inizio corso settembre 2022
  • Durata sessione: 1h e 30′
  • Dove:  presso Sala Luna di Maggio, sopra l’erboristeria Luna di Maggio. Viale Venezia 41, Pergine Valsugana.

 

 

 

 

 

Yin Yoga Corsi di yoga a Trento

Yin Yoga è uno yoga lento e interiorizzato dove si lavora in modo profondo sul corpo andando a beneficiare sul tessuto connettivo, sui legamenti e sulla capacità di concentrazione della mente per riacquistare il controllo dei nostri pensieri.  Le tecniche vengono eseguite quasi sempre a terra rilassando il corpo con l’utilizzo della gravità e ausilio di mattoncini, cuscini, bolster…

Per approfondire vedere la parte del sito dedicata.

  • Requisiti: Aperto a tutti, non serve alcuna esperienza Yoga pregressa.
  • Quando: Corso disponibile da settembre 2022
  • Durata sessione: 1h e 30′

 

 

Yoga Dolce

Corsi di yoga a Trento

Lezioni rivolte a coloro che preferiscono una pratica dolce e che si avvicinano allo yoga per la prima volta.

Ideali per migliorare la respirazione, sciogliere tensioni muscolari, ritrovare flessibilità e forza nella schiena, stabilità emotiva e serenità.

Lezioni adatte a qualsiasi livello d’esperienza dove si alternano movimenti dolci a posture statiche di rilassamento e allungamento.

Vengono affrontate: Posture di Hatha Yoga e varianti semplificate che si adattano alle differenti possibilità di ciascuno, esercizi di respirazione (Pranayama) per l’equilibrio del sistema nervoso, mudra ( per favorire il respiro e la postura) e  rilassamento guidato alla fine della lezione (Shavasana).

  • Requisiti: Aperto a tutti, non serve alcuna esperienza Yoga pregressa.
  • Quando: Corso disponibile da settembre 2022
  • Durata sessione: 1h e 15′
  • Dove:  presso Sala Luna di Maggio, sopra l’erboristeria Luna di Maggio. Viale Venezia 41, Pergine Valsugana.

 

 

Meditazione

Corsi di yoga a TrentoCosa vuol dire meditare? Una delle tante definizioni che si potrebbero dare è questa, di Eckhart Tolle “Creare un intervallo senza mente nel quale sei fortemente presente e consapevole di non pensare.”

Numerosi sono gli studi scientifici sui benefici della meditazione e sulle modificazioni delle onde mentali  durante tale disciplina. Non verrà data qui l’ennesima lista per convincere a trovare del tempo ogni giorno per sedersi qualche istante  a gambe incrociate. Viene lasciato solo l’invito ad integrare nella nostra quotidianità uno o più momenti in cui sia possibile sedersi senza fare o aggiungere nulla e vedere cosa accade in prima persona.

Citando Alan Watts

“Meditazione è la scoperta che
la meta dell’esistenza
è sempre raggiunta
nell’istante presente.”

Il corso di meditazione (Dhyana) prevede l’avvicinamento alla disciplina in modo graduale, imparando tecniche di respirazione (Pranayama) e concentrazione (Dharana). A completamento del corso alcuni approfondimenti di storia e filosofia Yoga, Sistema Sankhya, Raja Yoga (Yoga Sutra di Patanjali), tipologie di Yoga, scuole duali e non duali (Advaita) e visione Tantrika.

  • Requisiti: Aperto a tutti, non serve alcuna esperienza pregressa.
  • Quando: Corso disponibile da settembre 2022
  • Durata sessione: 1h e 15′
  • Dove:  presso Sala Luna di Maggio, sopra l’erboristeria Luna di Maggio. Viale Venezia 41, Pergine Valsugana.

 

 

Corsi di yoga a Trento

 

 


Struttura tipo della lezione dei Corsi di yoga a Trento

Come sono strutturati solitamente i nostri corsi di Yoga a Trento (presso la Sala Luna di Maggio @ Pergine Valsugana)?

Ecco un esempioCorsi di yoga a Trento

Struttura tipo di una lezione di Yoga Fit

  • presa di consapevolezza del proprio corpo (propriocezione), meditazione
  • riscaldamento
  • tecniche di Hatha Yoga e Vinyasa in piedi e a terra
  • rilassamento finale

Struttura tipo di una lezione di Yin Yoga

  • presa di consapevolezza del proprio corpo (propriocezione), meditazione
  • riscaldamento
  • tecniche di Yin Yoga, prevalentemente a terra, mantenute per un certo tempo
  • rilassamento, Pranayama (esercizi di respirazione), meditazione, Yoga nidra
Per saperne di più

YogaFit

Yin Yoga

 

 

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la scuola di Formazione Yoga Planet

SSD YOGA PLANET