Power Yoga a Pergine

Yoga Fit – Yang Yoga

Corso di Power Yoga a Pergine

corso power yoga pergine

Cos’è lo yoga Fit?

Stile yoga attivo, intenso, dinamico ed energizzante. E’ una pratica che fonde diverse tradizioni, come l’hatha yoga, il power yoga, il vinyasa flow e il pranayama, al fine di riscaldare e riattivare l’energia del corpo. Questa forma di yoga coinvolgente e intensa si concentra sull’attivazione del core e sulla tonificazione di tutto il corpo, aiutando a rafforzare i muscoli e migliorando la flessibilità.

Il flusso continuo delle asana (pose) e delle sequenze permette di mantenere un’attività costante, risultando divertente ed entusiasmante per chi pratica. Grazie alla combinazione di movimenti fluidi e posizioni dinamiche, si favorisce la circolazione sanguigna, contribuendo a migliorare il flusso energetico nel corpo.

Inoltre, questa pratica favorisce la sudorazione, permettendo al corpo di eliminare le tossine e purificarsi attraverso il sudore. Ciò aiuta a liberare il corpo da tensioni accumulate donando una sensazione di benessere e leggerezza.

Opzione eccellente per coloro che desiderano una pratica più dinamica e coinvolgente, che lavora a livello fisico e mentale, fornendo una preziosa opportunità di equilibrio, vitalità e purificazione per tutto l’organismo.

Benefici:
  • Migliora il tono muscolare di gambe, addominali, dorsali, glutei
  • Favorisce la circolazione sanguinea e ossigena i tessuti
  • Favorisce l’eliminazione delle tossine attraverso il sudore
  • Aiuta a controllare il peso
  • Bilancia lo stile di vita sedentario o troppo YIN apportando energia YANG
  • Riscalda il corpo e libera la mente

REQUISITI: Percorso adatto a tutti sebbene sia consigliato un minimo di preparazione fisica-allenamento o esperienza pregressa.

ORARIO: lunedì 20:00/21:15 – mercoledì 18:00/19:15 – giovedì pausa pranzo 12:40 – 13:50 

DOVE:  presso Sala Luna di Maggio, sopra l’erboristeria Luna di Maggio. Viale Venezia 41, Pergine Valsugana.

Calendario:

Per informazioni/iscrizioni al corso di Power Yoga a Pergine Valsugana

  • telefono: Giacomo 3489347536
  • mail: arjavamyogatrento@gmail.com
  • FB:  https://www.facebook.com/ArjavamYogaTrento/
  • iscrizioni sempre aperte: è possibile aggiungersi al corso di Power Yoga in qualsiasi momento durante l’anno
  • Prove gratuite: la prima lezione di ogni nostro corso è di prova gratuita. Prenota la tua prova al 3489347536
  • Sala: Ambiente caldo con pavimento in legno naturale da 15-18 persone. Spogliatoio, bagno con doccia, cucinino e spazio tisane.

calendario e parcheggio

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Tipologie di Yoga e le vie dello Yoga – Yoga Marga

Tipologie di Yoga

Quando si parla di Yoga si parla di un mondo davvero grande.

Chi si avvicina è spesso confuso dalle diverse tipologie di Yoga che si possono trovare e soprattutto dal loro numero. Addirittura qualcuno è arrivato a fare una mappa per guidare gli inesperti a scegliere il corso più adatto a loro.

mappa yoga

Ginnastica Yoga – Yogya

Ciò che di solito l’utente medio conosce dello yoga è solo la parte più commerciale che a far bene dovremmo chiamare con un altro nome per non confondersi. Potrebbe interessare che secondo alcuni molte delle tipologie di Yoga moderne sarebbero riconducibili ad un’altra disciplina, chiamata dagli indiani Vyayama Vidia (sanscrito व्यायाम  विद्या  –  vyāyāma vidyāYogya (sanscrito योग्य yogya) che ha a che fare più con la ginnastica che non con lo Yoga.

Lo Yoga, così come ci è pervenuto dai Veda, dalle Upanishad, dai Purana e dai poemi epici indiani (Mahabaratha e Ramayana) è una disciplina che ha il fine di svelare al praticante la sua identità con l’Universo (Jagat) e con l’Essere Supremo (Parabrahman) attraverso una serie di processi di trasmutazione realizzati spesso grazie a stati estatici ricondotti sotto il nome di Samadhi.

C’è chi fa una sintesi di tutto questo e sostiene che lo Yoga è la Pratica del Samadhi, inteso come esperienza che trasforma mente, parola e corpo, e di conseguenza la realtà percepita fino a ciò che è definito Moksha, che si potrebbe tradurre con  Realizzazione, Illuminazione o “Liberazione dalla Catena delle Rinascite”, sebbene limitare lo Yoga al Samadhi possa sembrare per altri estremamente riduttivo.

In ogni caso ricordiamolo: lo Yoga NON E’ una ginnastica ma una via di crescita spirituale che conduce alla liberazione in vita, ossia alla realizzazione del principio immanente e divino che sta oltre la realtà percepibile dei sensi.

Verso l’Ego o verso il Sè?

ego Anche Scuole di formazione Insegnanti Yoga come Yoga Planet, che organizza corsi di livello in tutta Italia, non hanno remore a definirsi scettici sull’evoluzione del mondo Yoga e come lo Yoga è diventato ai giorni nostri constatando quanto sia la distanza che si accumula ogni giorno da come lo Yoga sarebbe da intendersi.

Ci si permette quindi di dubitare di molte delle “vie” della mappa presentata sopra, sebbene più che sul “cosa” si dubiti è sul “come”. Infatti lo Yoga moderno e le sue tipologie di Yoga può condurre il praticante alla liberazione, ma dipende ovviamente da come viene insegnato e praticato. E’ un dato di fatto invece che la deriva della nostra contemporaneità sta rendendo lo Yoga sempre più un fenomeno mediatico in cui si coltiva l’Ego, per renderlo più bello, sano e forte, per aumentare i follower su instagram o il proprio sex appael, piuttosto che un cammino di accettazione e consapevolezza che va nella direzione opposta, allontanandosi quindi dall’identificazione egoica (ossia da ciò che crediamo di essere e che non siamo).

Lo Yoga delle Origini

E’ fuorviante anche credere che lo Yoga delle Origini non fosse contaminato dall’Ego umano, come è fuorviante credere che, a chi pratica con Ego ciò che sembra essere Yoga solo in apparenza, gli sia preclusa in questa vita una più profonda realizzazione o un salto coscienziale. In passato c’è sempre stato chi si è avvicinato allo Yoga per ottenere più potere, fama, successo.

Molti erano i praticanti che ammaliati dal mito delle Siddhi (poteri Yogici sovrannaturali, ben descritti negli Yoga Sutra) si dedicavano anima e corpo per acquisire capacità straordinarie e risolvere con queste una situazione di vita particolarmente dura, sfortunata o infelice.

Alcuni santi cominciarono proprio un cammino di questo tipo cercando ad esempio dei poteri per vendicarsi di alcuni torti subìti per poi, dopo aver visto realizzarsi il loro desiderio, accorgersi del male compiuto e convertirsi ad una Via di ben più ampia veduta e saggezza (vedi vita di Milarepa).

Nei testi antichi (Upanishad, YogaSutra…) le promesse fatte dalle sacre scritture vediche a chi con zelo osservava i sacrifici e le pratiche descritte ricompensavano spesso con gioie e conquiste non solo spirituali ma anche terrene che potevano ammaliare le rozze popolazioni che cercavano una svolta nelle loro vite condotte spesso senza morale.

Tuttavia la parte più nascosta e vera dell’insegnamento, detta Esoterica, rimane, seppur celata, viva nella trasmissione che giunge fino ai nostri giorni e tutt’oggi è capace di dispensare nettare di pura saggezza a chi è disposto ad un ascolto sincero e far spazio per ricevere.

Yoga Marga: differenti approcci al cammino spirituale Yogico

Quando si parla di Yoga Marga si intendono i Marga classici, ossia i differenti approcci allo Yoga come cammino di liberazione, e NON SONO le tipologie di Yoga comunemente intese come differenti “corsi” yoga bensì approcci profondi e filosofici al cammino della liberazione e sono:

  • Hatha Yoga
  • Raja Yoga
  • Bhakti Yoga
  • Janana Yoga
  • Karma Yoga

Per poter meglio comprendere questi approcci occorre conoscere gli assunti iniziali del pensiero filosofico indiano da cui originano le differenti vie.

  • L’uomo è incompiuto
  • La sua coscienza è in conflitto
  • Si chiede spesso: quando potrò essere felice? Come trovare la pace, la serenità, la gioia?
  • Qual è quella serenità che può dare compiutezza?
  • Quali possono essere i mezzi operativi per realizzarla?
  • La felicità è un effetto? Faccio qualcosa e sono felice? Ottengo qualcosa e poi sono felice?

avidya

Questa ricerca della felicità se fatta attraverso le cose materiali, sensoriali, emotive non conduce ad una felicità stabile e duratura bensì ad un godimento temporaneo e si è soggetti al suo “flusso/riflusso” alternando stati di godimento a stati di sofferenza/dolore. E’ l’ignoranza (Avidya) che ci porta ad spendere energie cercando la felicità dove in realtà non è possibile trovarla. Occorre pertanto dirigerci dove possiamo trovare pace duratura, ossia rivolgerci all’Assoluto.

E’ quindi nella conoscenza dell’assoluto, di ciò che è reale e costante, che possiamo riporre la nostra fiducia e dirigere il nostro intento e sforzi per conquistare lo stato di essere liberato, ossia che si libera dalla sofferenza (ma anche dall’Ego, dalla persona, da ciò che è irreale, non assoluto, non costante, perituro).

Per Praticare lo Yoga come Scienza Spirituale occorre:

  • Sete di liberazione
  • Aspirazione alla nostra controparte Divina
  • Avere quell’Eros (sete/brama intelligibile) di cui parla Platone
  • Libertà da pregiudizi e fanatismo dogmatico
  • Qualificazione coscienziale-psicologica
  • Conoscenza della visione filosofica dello Yoga
  • Vocazione per l’uno e l’altro tipo di Yoga
  • Perseguimento dell’etica Yogica nel quotidiano (Yama-Nyama)

(cit. Essenza e Scopo dello Yoga, Raphael)

Raja Yoga:

raja yoga

detto lo Yoga regale più comunemente si riferisce allo Yoga-Darsana (Filosofia Yoga) cosi come esposto concisamente negli Yoga Sutra di Patanjali, per questo detto anche Yoga-Classico. Il Raja Yoga è conosciuto anche con il nome di Asthanga Yoga o yoga delle otto membra sebbene sia diverso da ciò che oggi commercialmente viene commercializzato come Ashtanga Yoga, che è una Pratica fisica non descritta negli Yoga Sutra ma inventata da Patthabi Jois. Il percorso di maturazione yogica proposto invece da Patanjali è molto complesso e vasto sebbene sia dai più semplificato e sintetizzato dalle seguenti otto pratiche: rispetto morale (Yama), autodisciplina (Niyama), Posizioni (Asana), Controllo del respiro (Pranayama), ritrazione dei sensi (Pratyahara), concentrazione (Dharana), meditazione (Dhyana), e enstasi “Liberazione” (Samadhi).

Per approfondimenti sul Raja Yoga si invita alla lettura dell’articolo nella sezione Yoga Sutra o la visione del video

Jnana Yoga:

Lo Jñāna-yoga rientra nella scuola di pensiero del Vedānta. Si basa su questi principi:

  • VIVEKA (‘discernimento’ metafisico tra il reale e l’irreale, l’eterno e il finito, la personalità umana e il Sé sovrapersonale);
  • VAIRAGYA (‘rinuncia’ a tutti gli oggetti terreni e paradisiaci);
  • TAPAS (le pratiche ascetiche o ascesi costituita dai ‘sei tesori’ – shad sampat:
  1. sama ovvero il controllo dei pensieri;
  2. dama ovvero il controllo degli organi sensoriali
  3. uparati ovvero la rinuncia alle attività che non facciano parte dei doveri, del Dharma;
  4. titiksha ovvero la fermezza interiore rispetto alle avversità e agli opposti piacere-dolore;
  5. sraddha ovvero la fede rispetto all’insegnamento;
  6. samadhana, cioè la concentrazione perfetta;
  7. MUMUKSUTVA (l’intenso desiderio di emancipazione).

Il Jnana Yoga è il sentiero della conoscenza, mira a conoscere Dio, l’Assoluto, cercando di rimuovere l’ignoranza, l’illusione, la verità parziale. La causa del Samsara (ciclo delle nascite e delle morti) e della sofferenza come già detto è per la filosofia indiana da identificarsi con l’ignoranza (Avidya); essa agisce come un velo (Maya), che impedisce all’Essere di percepire la sua vera natura. Il percorso del Jnani consiste nell’abbattere questo velo d’ignoranza, principalmente per mezzo di una costante indagine ed esercizio di discriminazione di ciò che è reale da ciò che non lo è, ossia il non Essere dall’Essere.

Grazie alla meditazione costante e alla conoscenza di aspetti filosofici, egli comprende la sostanziale unità dell’Atman “essere individuale” con il Brahman “Dio o essere universale”, e realizza perciò di essere tutt’uno con l’Assoluto. Questo cammino però non deve essere inteso solo come un sapere intellettuale ma si tratta di comprendere quanto enunciato attraverso l’esperienza diretta.

Il Jnana Yoga è identificabile quindi con la strada del discernimento immediato. E’ una strada fatta di silenzi, intuizioni, illuminazioni, visioni, distacco, spassionatezza, che penetra i misteri ultimi della realtà e opera con le Idee e princìpi ideali sintetici archetipali. E’ una via di solitudine e astrazioni che ha alcune caratteristiche:

  • Interiorizzazione attiva,
  • capacità di deduzione,
  • grande e immensa sete di verità spirituali,
  • costante atteggiamento meditativo-contemplativo quotidiano.

E’ la via del filosofo intuitivo-contemplativo, del metafisico, non del teologo/intellettuale.

Man mano che il discepolo rimuove ciò che non è, vive e incarna ciò che è. Lo Jnani cerca di svelare la Verità ed essere la Verità.

Jnana è anche studio.

Studio dei testi sacri ma non solo intellettualmente. E’ anche e soprattutto, alla luce di quanto esposto, comprenderli col cuore e farli propri. Viverli poi ogni giorno. Rendere vivi gli insegnamenti, incarnandoli.

Si rifà ai testi vedantici e alle Upanisad, all’Advaita Vedanta.

I tre mezzi di cui si avvale principalmente lo Jnani:

  1. Ascolto
  2. Riflessione
  3. Meditazione

Grandi Jnani sono ad esempio Ramana Maharshi, M. Nisargadatta, Mooji, Papaji…

Hatha Yoga:

hatha yoga pradipika
Hatha yoga pradipika

Le origini dell’Hatha yoga risalgono alla stesura dei primi Tantra – i testi classici del pensiero induista in cui vengono annoverate le pratiche e le regole di condotta per arrivare alla liberazione – ma la sua sistematizzazione vera e propria, secondo alcune scuole, si deve al mistico Gorakhnath, vissuto tra l’XI e il XII secolo, discepolo di Matsyendranath, che si dice fondatore di uno yoga incentrato principalmente su pratiche psico-fisiche.

Più che una dottrina filosofica è quindi un metodo pratico, disciplina psicofisica basata principalmente su asana e pranayama. Il potere di «immobilità» fisica nell’Hatha Yoga è importante quanto l’immobilità delle Vritti nel Raja Yoga. Consiste nell’assorbire più prana, imparare a non disperderlo e usarlo nel modo migliore.

Nei suoi testi si teorizza che attraverso la rigida disciplina – sadhana – volta al dominio del corpo e al controllo della mente, può essere stimolata la fusione tra il sé individuale e il sé universale, meta ultima dello Hatha yoga.

Prima di tutto sostituisce al precedente concetto upanisadico del corpo come centro di sofferenze, con una visione più positiva nei confronti della vita fisica, considerando cioè il corpo come uno strumento di grande, grandissimo valore nella via di emancipazione della persona.

Secondariamente integra in sé gli aspetti psicofisici con la dimensione spirituale.

In ultimo, con la sua grande attenzione data al corpo, ha sviluppato una profonda ed elaborata anatomia sottile, nella quale hanno sede il già ricordato prāṇa (forza vitale), i chakra (i diversi punti focali della forza vitale nel corpo sottile) e l’energia del serpente (kuṇḍalinī-śakti).

Hatha, letteralmente significa sforzo violento, ma il suo significato è più complesso. La parola è composta da ha (sole) e tha (luna), anche riferendosi al passaggio dell’aria nella narice destra (assimilata al sole) e nella narice sinistra (assimilata alla luna). Quindi lo Hatha Yoga vuole rappresentare l’insieme dei due respiri. Possiamo vedere nei due astri – il sole e la luna –  il maschile e il femminile, le energie Siva e Shakti, il caldo e il freddo, il giorno e la notte, il cuore e la ragione, la testa e la “pancia”…Energie che tramite la pratica vengono unificate.

I testi dello Hatha Yoga:

L’Hatha Yoga Pradipika fu scritto all’incirca nel quindicesimo secolo dopo Cristo, da Svātmārāma, del quale sappiamo poco più che il nome. L’Hatha Yoga Pradipika è un manuale di pratica, un testo empirico ed operativo che fornisce indicazioni su come svolgere le diverse tipologie di esercizi.

Si compone di quattro libri.

Il primo libro espone il lignaggio, le raccomandazioni per il luogo della pratica, le posture del corpo (asana) e alcune norme alimentari.

Il secondo libro descrive gli esercizi di controllo dell’energia e del respiro (pranayama) e le pratiche di purificazione interna (shatkarmas).

Il terzo tratta l’energia kundalini, i canali di energia (nadi), l’incanalamento dell’energia attraverso di essi (mudra) e l’incanalamento attraverso particolari chiusure del corpo (bandha).

Il quarto ed ultimo libro espone il ritiro dei sensi (pratyahara), la concentrazione (dharana), la meditazione  (dhyana) e il samadhi

Assieme alla Geranda Samhita e alla Shiva Samhita, l’Hatha Yoga Pradipika è considerato una delle tre perle del tantra.

Karma Yoga: 

bhagavad gita

Di tutti gli esseri che vivono in natura, solo l’uomo lavora per un compenso, solo l’uomo vuole trarre vantaggio e beneficio dalle azioni svolte, agisce per motivi egoistici e deve avere un tornaconto, se cosi non è tutti gli sforzi sono vani e la sofferenza inizia e fino a quando non otteniamo un merito o vantaggio quel pensiero non ci abbandona nemmeno nel sonno.

Ma dove siamo noi nel nostro corpo? E’ possibile dire “siamo qui” piuttosto che “lì”?

Chi siamo noi?

Se crediamo di essere il corpo, le nostre azioni si colorano di Egoismo e questo ottenebra la mente. Occorre quindi agire non più per sé stessi bensì con la consapevolezza che noi non siamo questo corpo.

Il Karma Yoga è il sentiero “dell’agire senza agire” o del distacco dai frutti dell’azione. Ciò implica determinarsi con un atto di pura azione senza attaccamento. L’individuo comune agisce mosso dal desiderio di avere, il discepolo di questo sentiero agisce senza desiderio di ricevere. E’ lo Yoga dell’azione (karma) insegnato dalla Bhagavadgita.

1. “O Janardana, se Tu consideri la conoscenza superiore all’azione, allora perché – o Keshava vuoi che m’impegni in questa terribile azione?

2. “Con queste parole apparentemente contraddittorie Tu stai, per così dire, confondendo il mio intelletto. Ti prego, fammi conoscere con certezza l’unica cosa mediante la quale potrò raggiungere il bene supremo”. Il Signore Cosmico disse:

3. “O Senza Peccato, all’inizio della creazione Io diedi al mondo la duplice via della salvezza. Il sentiero dell’unione divina attraverso la saggezza Jnana-yoga), per i saggi (i seguaci del Sankhya); il sentiero dell’unione divina attraverso la meditazione attiva (karma-yoga), per gli yogi.

4. “Nessuno raggiunge lo stato dell’inazione evitando di compiere azioni. Nessuno raggiunge la perfezione rinunciando semplicemente all’azione.

5. “In verità nessuno può rimanere neppure un momento senza agire; perché invero tutti sono ineluttabilmente costretti all’azione dalle qualità (guna) nate dalla Natura (Prakriti).

6. “L’individuo che controlla con la forza gli organi dell’azione, ma la cui mente ruota intorno ai pensieri degli oggetti dei sensi, viene chiamato ipocrita, uno che inganna se stesso.

7. “Mentre l’uomo che disciplina i sensi con la mente, senza attaccamento, mantenendo saldamente i suoi organi d’azione sul sentiero del karma yoga, questi – o Arjuna – ha grande successo.

8. “Compi le azioni che costituiscono il tuo sacro dovere, perché l’azione è migliore dell’inattività. Anche il semplice mantenimento del corpo sarebbe impossibile senza attività.

9. “Le persone del mondo sono legate karmicamente da attività diverse da quelle fatte come yajna (riti religiosi). O Figlio di Kunti, agisci perciò senza attaccamento, nello spirito dello yajna, offrendo le azioni come oblazioni.

Cap 3 Bhagavadgita

Questo tipo di azione, è ovvio, non è mosso dalla sfera dell’individuale né diretto all’individuale. L’abilità del discepolo di questo tipo di yoga consiste nel far morire l’io empirico, con i suoi contenuti di possesso e di acquisizioni, e nell’innestarsi al Principio per fini universali. E’ lo yoga delle persone di azione, delle istanze dirette all’agire nei vari campi dell’attività umana. Il discepolo diviene così strumento del volere divino assecondando il processo del divenire, comprendendo i sui ritmi e le sue modalità operative.

L’azione del Karma yoga esige lo slancio salutare della completa dedizione, della fedeltà e della devozione alla volontà dell’Essere universale; nella lotta per l’ideale e la giusta causa il candidato effettua la rottura di livello dell’io con impeto di sacrificio e d’immolazione.

Il karma yoga è dunque un metodo etico e religioso il cui scopo è quello di farci raggiungere la libertà attraverso l’altruismo e le buone azioni. Il karma-yogi non ha bisogno di credere in Dio, può anche non domandarsi che cosa sia la sua anima, può anche non legarsi ad alcuna speculazione di ordine metafisico. Il suo scopo essenziale è quello di liberarsi dall’egoismo e di giungervi attraverso le sue stesse forze…

Così la sola soluzione consiste nel rinunciare ad ogni frutto dell’agire, ed essere da questo distaccati… Quando un uomo può far ciò egli sarà un Buddha e troverà in sè la forza di lavorare in modo tale da trasformare il mondo. Quest’uomo rappresenta l’ideale più elevato del Karma Yoga.

Il karma yoga è uno yoga quindi non personale, è in contatto con gli altri e con il mondo. E’ sullo spunto del karma yoga che cominciamo a trasformare la nostra vita in qualcosa di spirituale. Spesso ci ritroviamo a ritagliarci del tempo per praticare in una vita frenetica fatta di impegni, di lavoro, di relazioni… Ma perché non usiamo invece questo tempo, che è in realtà la stragrande maggioranza del tempo delle nostre vite, e lo rendiamo spirituale? Perché non usare la vita stessa, l’azione come strumento per arrivare a Dio, per rimanere in contatto con Dio?

Ci sono tre livelli di karma yoga come insegnanto da Swami Sarvapriyananda

  1. Distacco dai risultati delle nostre azioni.
  2. Abbandonare l’idea di ricercare questo o quello. L’azione avviene e la dobbiamo compiere affidandola a Dio.
  3. Realizzare che noi non siamo l’Agente, ma solo osservatori. Anche se sembra che siamo noi a fare questo o quello è in realtà la Prakriti che agisce, mentre noi dallo stato del Purusa siamo l’imperituro osservatore. Mantenere questa consapevolezza nella vita conduce ad un agire puro, dove scompare l’agente e siamo totalmente nel flusso di Dio e della vita. La vita scorre attraverso la Prakriti della nostra natura materiale mentre noi restiamo equanimi osservatori. L’azione stessa diventa quindi venerazione e adorazione del divino.

Vivekananda ci offre alcuni spunti su come possiamo lavorare come discepoli del karma yoga.

  • lavorare sul mantenere l’osservazione (il testimone). Assomiglia al Jnana Yoga. “Quando vedi l’azione nella non azione e la non azione nell’azione” vuol dire che non bisogna sottrarsi al mondo e ai nostri doveri per realizzare la non-azione bensì togliere l’Ego dalle nostre azioni. Non verranno quindi fatte per l’Ego (la persona), e se non c’è un “io” che compie l’azione scompare l’azione stessa che non produrrà più karma.
  • Offrire le azioni a Dio (che da un certo punto di vista assomiglia alla via Bhakti). Esternamente si possono fare le stesse cose di sempre ma non importa cosa si fa ma come lo si fa. Prima di ogni azione si può dire: “Dio ti offro questo agire” e rammentarsi un paio di volte durante l’azione e al suo termine concludere offrendo ancora tributo a Dio. Si vive come se tutto ciò che ci circonda fosse Dio. Quando si parla agli altri, ci si relaziona, lo si fa con la consapevolezza che ognuno è Dio e che Dio è in ogni cosa.
  • Prapatti – Arresa completa a Dio. Lasciare a Dio il timone della nostra nave, affidarsi completamente a lui. Non resistere agli eventi, qualunque essi siano, ma offrirli a Dio. “Dio sia fatta la tua volontà non la mia”.
  • Vivere gli eventi come se fosse un gioco divino. Tutto è un gioco di Dio, anche le sofferenze, il dolore…tutto è un gioco. Tutto può essere trasformato in una danza in cui noi assistiamo osservatori alla danza di Dio e della natura che si svolge davanti ai nostri occhi. Ciò permette di conseguire una mente equanime sia nella gioia sia nel dolore.

Bhakti Yoga: 

bhakti

Yoga della devozione, è la via dell’unione con Dio per mezzo di una devozione profonda ed è uno dei rami principali della tradizione yoga dell’Induismo essendo la strada più percorsa. Secondo il Bhagavata-Purana ci sono molti sentieri di Bhakti Yoga a seconda delle diverse predisposizioni del praticante. Tra i vari cammini “marga” questo è detto essere il più diretto è semplice, non richiede grandi capacità intellettive o attitudini particolari. Il Bhakti Yoga è intenso amore per Dio: amore trascendentale.

Il principio del Bhakti Yoga è l’utilizzazione degli abituali legami della vita, caratterizzati dal gioco delle emozioni, per “impossessarsi” dell’Amato. La meditazione e gli stessi atti rituali non servono ad altro che ad aumentare l’intensità del contatto divino.

La parola bhakti deriva dalla radice bhj che significa “rendere onore”, “culto”, “servizio”, quindi porsi al servizio della Divinità con totale dedizione e abnegazione. Il discepolo che sperimenta questo approccio al Divino espande sempre più il suo sentimento fino a sentire realmente la Divinità in sè. E’ la strada di coloro che sentono l’amore per Dio così intensamente da voltare le spalle a qualunque allettamento del mondo. Per amore del Padre i devoti sanno amare tutto ciò che il padre ama: “Padre, non la mia, ma la tua volontà sia fatta”.

Questo passaggio ricorda molto uno degli atteggiamenti bhakti consigliati anche per chi segue la via del Karma.

Nel Bhagavata Purana, III, 25,33  a cura di Sri Bilvamangala Thakura si legge un verso molto importante per capire l’attitudine Bhakti:

VERSO 33

jarayaty asu ya kosam

nigirnam analo yatha

 TRADUZIONE

La bhakti, o servizio di devozione, ha in sé il potere di sciogliere il corpo sottile dell’essere individuale, come il fuoco presente nello stomaco digerisce tutto ciò che mangiamo.

 SPIEGAZIONE

La bhakti è situata molto al di sopra della mukti, perché il servizio di devozione permette automaticamente all’uomo di liberarsi dalla prigione materiale.

Abbiamo qui l’esempio del fuoco che, nello stomaco, digerisce tutto ciò che mangiamo. Se il potere digestivo è sufficiente, tutti gli alimenti che ingeriamo saranno digeriti dal fuoco dello stomaco. Similmente, il devoto non ha bisogno di fare altri sforzi, separatamente dal servizio di devozione, per raggiungere la liberazione. Il servizio di devozione offerto al Signore Supremo rappresenta, in sé stesso, il metodo che lo porterà alla liberazione, perché impegnarsi nel servizio del Signore significa liberarsi dai legami materiali.

Sri Bilvamangala Thakura ha spiegato molto bene questa situazione dicendo: “Se ho una devozione incrollabile per i piedi di loto del Signore Supremo, la mukti, la liberazione, si mette a mia disposizione come un’umile servitrice, pronta a soddisfare tutti i miei desideri.”

Per un devoto la liberazione non rappresenta un problema, perché egli la ottiene automaticamente, senza sforzi separati. La bhakti, dunque, supera di gran lunga la mukti, il livello raggiunto dagli impersonalisti. Costoro praticano severe austerità e penitenze per raggiungere la mukti, mentre il devoto, semplicemente seguendo la via della bhakti, e in particolare cantando:

Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare

Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare

e rispettando i resti del cibo offerto al Signore Supremo, acquisisce subito il controllo della lingua. Se la lingua è controllata, anche tutti gli altri sensi saranno automaticamente sotto controllo. Il controllo dei sensi è la perfezione dello yoga, e l’essere trova la liberazione non appena s’impegna al servizio del Signore. Kapiladeva conferma dunque che la bhakti, il servizio di devozione, è gariyasi, più gloriosa della siddhi, la liberazione.

La Bahkti si divide in aparabhakti e parabhakti, vale a dire bhakti non suprema e suprema. La prima riguarda i piccoli misteri e opera sul piano della purificazione, dell’attivazione di qualità etiche, di armonizzazioni psicologiche, ecc. La parabhakti opera sul  piano della trasfigurazione di sé fino a raggiungere la “perfezione del Padre” e l’identità con Lui. Si può dire che la prima è exoterica mentre la seconda esoterica, la prima si esprime nel campo individuale, sia particolare che generale, la seconda in quello neoetico, universale o del Principio. La prima riguarda l’ascetica, la seconda la mistica pura.

Il termine bhakti, abbiamo visto, significa partecipazione, devozione, donazione; e la donazione-devozione avviene mediante l’amore (prema). La bhakti è dunque il dono di sé al Padre per amore. L’amore è l’opposto dell’egotismo, egotismo che ha determinato la scissura; il rifiuto dell’unità e l’aderenza al molteplice, al particolare e all’individuale hanno l’uomo a scindersi dal Tutto e costituirsi come parte, come singolo tra singoli, in contrapposizione al Principio.

Anche il bhakti yoga è un percorso in tappe. Le prime preparano alla morte dell’io tramite la purificazione da tutte quelle dissonanze che oscurano e velano la vibrazione dell’Amore-principio trasformandolo in ottava più bassa nell’amore di sé, in desiderio. La purificazione non comporta solo il potenziare qualità morali (soggettive, psicologiche) ma implica anche trasformare lo stato vibratorio dell’intera personalità. Dopo la purificazione ne segue una trasfigurazione che rende l’individualità tersa e innocente, luminosa. Questa fase implica profonda interiorizzazione, solitudine e silenzio mentale. Si tratta di saper accordare l’orecchio alla musicalità sottile, superfisica del Cristo interiore. Ciò è anche opera di invocazione, evocazione, precipitazione e stabilizzazione del suono universale nel proprio cuore. Ciò significa che i due centri del cuore e della mente (anahata e ajna) si stanno armonizzando, coordinando e integrando: la mente e il cuore si fondono, l’amore è compenetrato dalla sapienza e la sapienza dall’amore.

Successivamente può morire l’intero complesso egoistico-individuale.

“Nessuno è ricco di Dio se non è costantemente morto a sé stesso, spogliato di sé stesso in Dio” (Meister Eckart)

Questo vuol dire che l’essere percepisce che è solo vibrazione d’amore, non è né un’individualità con dei corpi né un ente particolare; è solo amore vibrante perché il Supremo è suono coesivo, armonico accordo tonale svelante onnicomprensione, è centro dell’universo, è la nota fondamentale risuonante nello spazio, è mantra osannante. Non è questione di vedere o uscir fuori di sé, ma di essere; non è questione di osservare la forma-effige-immagine dell’Amato, occorre essere vibrazione cristica d’amore.

Successivamente il devoto, spogliato di Sè stesso, sentirà Dio vivere in lui ed agire al suo posto. Questa fase rappresenta il rapimento dell’amante per l’amato, il realizzare le nozze celesti; la coscienza si porta sempre più alla fonte stessa dell’amore fino a un punto di fusione, di unione.

Consigli per il praticante 

Alla luce di quanto detto è bene dire che queste vie non sono antitetiche alternative l’una all’altra bensì possibilità di approcci alla stessa Via. Si intende che il Praticante potrà sentire sì più afflato verso un approccio piuttosto che un altro ma non è da intendersi preclusa l’opzione di avvicinarsi e simpatizzare per più di una via (marga). 

Senz’altro lo sperimentare diversi approcci aiuta a trovare il proprio ma permette anche più elasticità mentale. Quando si sceglie una via è importante dirlo non “si sposa” un approccio ad vitam, cerchiamo di non costruirci attraverso il marga scelto una prigione mentale che ci allontana ancor di più dalla libertà anziché avvicinarsi. Si consiglia di mantenere sempre la mente fluida, capace di adattarsi ai cambiamenti interni, agli spunti che arrivano dalla vita stessa e la freschezza di saper prendere il lavoro fatto, in qualsiasi istante della vita, gettarlo via per ricominciare.

Nulla viene mai perso, solo la nostra capacità di vedere l’Ego che tenta di nascondersi anche in queste strutture mentali.

 

Scopri di più sul Sistema Sankhya

Leggi le Origini dello Yoga

Approfondisci Gli Yoga Sutra    

 

 

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Il sistema Arjavam Yoga Trento

Trento: prima dei corsi Yin Yoga…

Trento: prima dei corsi Yin Yoga…

Volevo leggere ancora qualche pagina di  “Yin Yoga” di Bernie Clark prima di dirigermi ai corsi Yoga. Seduto su una panchina, in un meraviglioso parco a Trento città, sono stato colpito da questa frase che vorrei condividere.

 

“We do not use the body to get into a pose, we use the pose to get into the body”

“Non ci serviamo del corpo per entrare in una posizione yoga, ma usiamo la posizione per entrare nel corpo.”

 

Corsi Yoga Trento

E’ per questo che è molto importante un corretto approccio allo Yin Yoga. Non dobbiamo prendere il corpo strattonandolo finché non raggiunge la posizione voluta. Anche se non si è raggiunta la posizione ideale, quella da rivista per intenderci, dobbiamo sapere che la posizione sta comunque lavorando contemporaneamente su molteplici aspetti, dal corpo alla mente, dall’energia alle nostre emozioni. Detto questo proviamo a fare silenzio, rimanendo immobili, e ci mettiamo in ascolto. Ascoltiamo il corpo che ci parla. Ascoltiamo i vari cancelli che si aprono, come piccoli e dolci inviti che possiamo cogliere e seguire per guadagnare un millimetro, o una frazione di millimetro. Ma è il corpo che ci invita, è dal corpo che parte il movimento dello Yin Yoga. Dobbiamo quindi entrare nel corpo, ascoltandoci, percependo i vari cambiamenti, spesso molto sottili, che possono avvenire…

 

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La verità selvaggia

La verità selvaggia

di Jeff Foster

 

“Ho visto accadere miracoli, quando le persone han detto semplicemente la verità.

Non la “bella” verità.
Non è la verità che cerca di compiacere o confortare.
Ma la verità selvaggia. La verità selvaggia.
La scomoda verità.
La verità tantrica. La “cazzo di verità”.

La verità che hai paura di dire.
L’orribile verità su di te
che ti nascondi per “proteggere” gli altri.
Per evitare di essere “troppo”.
Per evitare di essere vergognoso e rifiutato.
Per evitare di essere visto.

La verità dei tuoi sentimenti più profondi:
La rabbia che hai nascosto, controllando, congelando gli orrori di cui non vuoi parlare.
Gli impulsi sessuali che hai cercato di intorpidire.
I desideri primitivi che non puoi sopportare di articolare.

Alla fine, le difese si rompono,
e questo materiale “non sicuro” emerge
dal profondo dell’inconscio.
Non puoi più trattenerlo.
L’immagine del “bravo ragazzo” o “bella ragazza” evapora.
Il “perfetto”, il “colui che ha capito tutto”,
L’ lo ‘evoluto’, queste immagini bruciano.

Tu tremi, sudi, ti avvicini al vomito,
pensi di poter morire facendolo,
ma alla fine tu dici la fottuta verità,
la verità di cui ti vergogni profondamente.

Non la verità astratta. Non la verità “spirituale”.
Non una verità formulata con cura, progettata per prevenire l’offesa.
Non una verità ben confezionata.
Ma una verità umana disordinata, infuocata e sciatta.
Una sanguinaria, passionale, provocante, sensuale,
verità mortale selvaggia e non decantata.
Una verità traballante, appiccicosa, sudata e vulnerabile.

La verità di come ti senti.
La verità che consente a un’altra persona di vederti grezza.
La verità che fa sussultare.
La verità che fa battere il tuo cuore.

Questa è la verità che ti renderà libero.

Ho visto scomparire le depressioni croniche e le ansie che durano da tutta la vita da un giorno all’altro.
Ho visto evaporare profondamente i traumi incorporati.
Ho visto la fibromialgia, emicranie, stanchezza cronica, mal di schiena insopportabile, tensione corporea, disturbi allo stomaco, svanire, non tornare mai più.

Naturalmente, gli “effetti collaterali” della verità non sono sempre così drammatici.
E non entriamo nella nostra verità con un risultato in mente.
Ma pensa alle enormi quantità di energia che costa
reprimere la nostra natura selvaggia degli animali,
intorpidire la nostra natura selvaggia,
reprimere la nostra rabbia, le lacrime e il terrore,
sostenere un’immagine falsa e fingere di essere ‘ok’.
Pensa a tutta la tensione che tratteniamo nel corpo,
e il danno che fa al nostro sistema immunitario,
quando viviamo nella paura di “uscire”.

Corri il rischio di dire la tua verità.
La verità che hai paura di dire.
La verità che temi farà girare il mondo.
Trova una persona sicura – un amico, un terapeuta, un consulente, te stesso –
e lasciati entrare. Lascia che ti tengano quando ti abbatti.
Lascia che ti amino
mentre piangi, ti arrabbi, tremi di paura,
e generalmente fai un casino.

Dì la tua fottuta verità a qualcuno – potrebbe solo salvarti la vita, guarirti dal profondo e connetterti con l’umanità in modi che non avresti mai immaginato.”

 

Yoga e Verità

 

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Yoga nudo e semplice

Yoga nudo: lo yoga per la semplicità

Ho sentito parlare spesso di cose un po’ particolari.

Lo Yoga come molte discipline orientali si porta appresso un vocabolario di nomi e concetti davvero vasto che sicuramente disarma l’occidentale medio.

Per chi li sente la prima volta rischiano purtroppo di sembrare cose molto astruse. E non serve andare in India per sbatterci contro. Dalla fiera dell’oriente a Padova, al Sana di Bologna o ad uno dei tanti festival dello Yoga (quello di Merano è un esempio) ecco che subito si apre un mondo, si alza un sipario.

Reiki, Chakra, Aura, Energie sottili, canali energetici, corpo pranico, piano astrale, mantra, doppio eterico, kundalini…

C’è di tutto.

C’è da perdersi.

E con diffidenza solitamente ci si fa un’idea con ciò che appare di più, generalmente la prima facciata, quella consumistica.

Bagni di gong, cremine per aprire i chakra, lettura dell’aura, pendoli…

Non di rado ho visto persone sospettose dare un giudizio affrettato (e solitamente negativo) facendo di tutta un’erba un fascio.

I commenti si possono così riassumere

“un mare di sciocchezze”

“non c’è nulla di dimostrato”

Che tipo di persona sei?

Volessimo fare un gioco, potremmo raggruppare le persone in tre macrotipologie:

  1. quelle scettiche, che rifiutano tutto ciò che non è dimostrabile a priori
  2. quelle credulone che considerano vero tutto quello che viene detto loro
  3. quelle che stanno nel mezzo.

Queste ultime si rendono conto che in ogni settore ci sono persone oneste e capaci e altre che se ne approfittano, si rendono conto che come in ogni cosa ci sono delle verità e delle fesserie e mantengono un atteggiamento aperto seppur accompagnato da un buon spirito critico.

Tuttavia è bene parlarne di questi argomenti, perché oggigiorno il marketing di questo settore ha ormai fatto arrivare alle orecchie di tutti o quasi parole come chackra, energia, aura…

Dove sta la verità?

Sono concetti reali o un mare di fandonie? Esistono i chackra?

yoga trento corsi - chakra

Sicuramente per come è strutturata la nostra società, per le sue radici e mentalità, sono concetti lontani, talmente lontani che vengono generalmente rifiutati o considerati, nel migliore dei casi, fantasticherie, dolci storielle per allietare la notte ai bambini.

Per altre società, che nascono da contesti completamenti diversi, sono concetti molto più vicini e accettati dalla stragrande maggioranza delle persone.

Un esempio su tutti: la reincarnazione.

Abbiamo mezzo mondo che ci crede, l’altra metà che non ci crede.

Chi ha ragione?

Se chiedo ad un Cattolico avrò una risposta, se chiedo ad un Buddista un’altra.

Chi ha ragione?

Non è facile stabilire cosa è vero e cosa è falso, non è facile darsi una risposta. Non possiamo credere ciecamente a tutto né ritenere che tutto sia mera illusione, e perciò, come da tante altre parti, anche in questo settore il reale, la verità, non è evidente, ma nascosta: va cercata, messa in dubbio, provata, riconosciuta, rimessa in dubbio…in un processo costante di ricerca del vero e che non sempre, occorre dirlo, porta a rispondere alle domande con le quali siamo partiti.

Occorre precisare che è enormemente difficile non giudicare tutto e subito. In molti tendono a rifiutare  questo mondo ritenendo i concetti incontrati pura invenzione dell’uomo. Tronfi dall’alto della nostra scienza e barricati in una gabbia di preconcetti e condizionamenti, è molto facile ritenere falso ogni cosa che non possa essere dimostrata scientificamente rifiutando a priori l’esistenza di qualcosa che ci è precluso o totalmente estraneo, un qualcosa che non è percepibile con i normali sensi di cui un essere umano dispone e talvolta nemmeno dalla sua tecnologia.

Ciò che vorrei proporre non è una risposta ma un diverso approccio al problema.

La parentesi storica: un esempio

Prima di Colombo tutti (o quasi) ritenevano che l’America non esistesse. Parlare di un gigantesco continente al di là dello stretto di Gibilterra era pura fantasia. Storie che si potevano raccontare la sera ai bambini per affascinarli. Ciò che la storia insegna è che possiamo stabilire con una buona certezza l’esistenza di ciò di cui abbiamo prove tangibili.

I numerosi reperti storici pervenuti ci aiutano ad affermare che Colombo è partito con le sue tre caravelle alla volta delle Americhe  il 3 agosto 1492 (cercava una strada per l’Asia in realtà). Con le prove scientifiche  possiamo affermare che questo fatto è accaduto.

Non possiamo però affermare ciò che comunemente (ed erroneamente) aggiungiamo noi, ossia che nessuno prima di Colombo abbia intrapreso lo stesso viaggio sbarcando vittorioso sulle coste americane.

L’errore è di logica.

Infatti queste “prove” scientifiche su Colombo sono assolutamente e logicamente non sufficienti, basta fermarsi un attimo a ragionare per capirlo, per asserire che nessuno prima di lui sia mai sbarcato in America. Questa seconda tesi, ossia “Colombo è stato il primo a scoprire l’America” per essere considerata vera avrebbe bisogno di altre evidenze scientifiche, come ad esempio la prova che nessuno è mai sbarcato sulle coste americane prima di lui, tesi evidentemente indimostrabile.

Accade anche che nel tempo la scienza faccia luce su questi aspetti dimostrando ad esempio che I vichinghi sbarcarono prima di Colombo.

La cosa importante è non ricadere nello stesso errore di logica.

Dire infatti che i Vichinghi sono stati i primi a sbarcare sulle coste dell’America equivarrebbe rifare lo stesso ragionamento di prima, semmai dovremmo dire che i Vichinghi, rispetto ai dati a noi pervenuti, sono i primi ma potrebbero anche non esserlo.

Bisogna lasciare la porta aperta.

Altri esempi.

Parlando degli Ufo ad esempio abbiamo una fetta di popolazione che ci crede ciecamente e un’altra che li nega completamente. Le loro tesi sono così riassumibili: “gli ufo non esistono perché non abbiamo mai avuto prova della loro esistenza” e “gli ufo esistono perché, anche se non abbiamo mai avuto prova della loro esistenza, è impossibile che in un universo infinito ci sia un solo pianeta ospitante esseri viventi”.

Tuttavia, per le prove che abbiamo (o meglio che non abbiamo), dobbiamo rifiutare entrambe le tesi perché nessuna delle due è dimostrata o smentita.

Dove sta allora la verità?

Esistono o non esistono?

“Così è se vi pare” diceva Pirandello, nel senso che in sostanza ognuno può credere a ciò che vuole.

Qualcuno invece suggerisce una terza soluzione al problema, ossia quella di “non credere” a queste tesi, in quanto né l’una né l’altra dimostrabili, lasciando il problema irrisolto. Questo ci permetterebbe di tenere l’argomento sempre aperto, e la mente sempre ricettiva al nuovo, ad eventuali evidenze che in un modo o nell’altro possano prima o poi far luce sulla questione. Se decidiamo arbitrariamente, senza ricerca, qual è la verità, perché abbiamo bisogno di credere a qualcosa stiamo in realtà offuscando il problema.

Ripeto allora la domanda: cosa possiamo considerare “reale”?

L’esempio dello Yoga

Cosa centra tutto questo con lo Yoga?

Senza esperienza diretta non possiamo affermare né l’esistenza dei chackra né che non esistano, e così via per molti altri concetti.

E se realizzate davvero questa frase capite anche che questo modo di affrontare la vita e questi temi è oltremodo destabilizzante: ci sradica completamente dalle nostre convinzioni. Noi amiamo le certezze e le rassicurazioni, è un amore che è scritto nel nostro DNA. Il bisogno spasmodico di certezze aiuta a dare un senso, un contorno a ciò che viviamo, a toglierci quell’ansia del futuro, quell’ansia che ci prende le viscere quando realizziamo che nulla è in nostro controllo. Abbiamo bisogno quindi di definire, delimitare il reale da ciò che non lo è.

Ma è davvero così semplice affermare questo o quello?

Dividere tutto in due bei gruppi, belli e distinti, ciò che esiste e ciò che è illusione?

Io credo non sia assolutamente facile dividere il mondo in due gruppi. E’ un esercizio che potrebbero forse fare i bambini nella loro inconsapevolezza e comunque, in base alla propria soggettività, farebbero gruppi sicuramente non corrispondenti gli uni agli altri, questo per dimostrare che tutti abbiamo idee diverse su ciò che esiste e ciò che non esiste.

Il sogno è reale o è illusione?

La sofferenza è reale o è illusione?

Il desiderio è reale o è illusione?

Una rosa è reale o è illusione?

Un chackra è reale o è illusione?

Abbiamo davvero troppe certezze.

Solo fermandoci un attimo in più a pensare possiamo lasciarle cadere facendo spazio alla fresca leggerezza delle domande. Siamo davvero convinti di troppe, troppe cose. La vita, la vita vera intendo, offre ben pochi appigli. Accade sempre qualcosa di inaspettato, che ci rovina i nostri meravigliosi progetti, i nostri perfetti e infallibili piani per il futuro.

Per questo affermo che ho trovato soprattutto domande, perché non mi basta un libro che parla di chackra per convincermi che esistano, né il fatto che non si possano dimostrare/misurare per convincermi che non esistano.

Mi sento un po’ come San Tommaso per certi versi, che ha bisogno di un’esperienza diretta (possibilmente ripetibile) per credere o non credere a questo o quello. In realtà San Tommaso non credeva fino a prova contraria, io invece lascio proprio il problema aperto e irrisolto in tutta la sua bellezza di essere un mistero senza dover per forza sbilanciarmi da una parte o dall’altra definendolo.

Con questo approccio lo Yoga diventa davvero un viaggio meraviglioso, senza dogmi, verità acclamate, fastidiose superstizioni. Lo yoga diventa pura esperienza personale e profonda indagine, vera ricerca scientifica dove si ragiona sulle tesi e sulle evidenze che il nostro corpo ci offre come risposta, un’avventura dentro se stessi, con i suoi momenti d’estasi e di sconforto, i suoi passi e le sue conquiste, o con la realizzazione che bisogna tornare indietro da capo e ricominciare nuovamente.

Per questo ho esordito “per uno yoga nudo e semplice”, intendendo uno yoga disadorno di tutti i concetti che sono stati tanto ripresi e inflazionati nel settore, uno yoga che non considera vero o falso a priori ciò che è scritto su un libro, ma che si propone come scopo l’esperienza diretta, con gran onestà intellettuale, pazienza e dedizione, e la consapevolezza che potrebbe anche essere che alcuni misteri, anche dopo tanto cercare, rimangano comunque tali.

 

 

Yoga Trento Corsi

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Yin Yoga

Yin Yoga 

l’arte della quiete negli asana

Lo Yin Yoga è una pratica semplice e dal ritmo lento, che agisce sul tessuto connettivo profondo del corpo. Allo stesso tempo aiuta a migliorare la capacità di movimento delle articolazioni, a stimolare il flusso energetico dei meridiani e degli organi, a calmare le emozioni, ed a preparare il corpo e la mente per stati profondi di meditazione. Yin Yoga Trento Mantenendo ogni asana per alcuni minuti e seguendo una respirazione profonda e consapevole, lentamente si cominciano a rilassare i muscoli, permettendo al tessuto connettivo profondo che avvolge i muscoli e danno forma alle capsule articolari (fascia, legamenti, tendini ed ossa) di nutrirsi, fortificarsi ed “allungarsi” in modo sicuro e terapeutico.

La pratica Yin si focalizza sull’auto-osservazione e sull’ascolto. Quando si assume una postura, seguendo l’allineamento naturale, si lasciano andare tutte le distrazioni e idee preconcette e si porta l’attenzione in modo particolare nel momento presente, su un’intenzione e senza giudicare, sviluppando così la capacità di sentire il movimento nel non-movimento, di percepire le sensazioni del corpo o le emozioni che emergono, e di sentire il respiro, con la mente e con il cuore.

Lo Yin Yoga ha il solo scopo di rilassare e calmare e non include quasi mai una parte di lavoro Yang.

Lo Yin Yoga si ispira al concetto taoista di yin e yang, il giusto equilibrio tra forze opposte e complementari della natura. Tutto quello che è chiaro, mobile, caldo, flessibile, morbido ed attivo è di natura yang. È invece yin ciò che è scuro, quieto, freddo, rigido, duro e passivo. All’interno del nostro corpo, i muscoli sono di natura yang perché sono morbidi ed elastici, mentre il tessuto connettivo (fascia, legamenti, tendini, cartilagine ed ossa) è rigido, duro o poco flessibile ed è di natura yin. Il proposito è rilassarsi completamente nella posizione. Più a lungo si mantiene la posizione, più è possibile lasciare andare le tensioni. Di conseguenza nello Yin Yoga si lavora sui tessuti profondi come i tendini, la fascia e i tessuti connettivi.

Lo scopo dello yin yoga è dunque rilassare i muscoli e stimolare il tessuto connettivo applicandovi una tensione ottimale per un certo tempo e mantenendo una respirazione profonda. In questo modo il tessuto si allunga, si fortifica e si apre lentamente, creando più spazio tra le articolazioni, migliorandone il movimento e rendendole più salde, stabili e forti. Inoltre, secondo la teoria dei meridiani della medicina cinese, il tessuto connettivo ospita i punti d’incrocio dei canali (meridiani secondo la tradizione cinese o nadi secondo quella indiana) attraverso i quali scorre l’energia vitale, detta anche Prana o Chi.

Tale flusso energetico rallenta e ristagna, soprattutto attorno alle articolazioni (bacino e parte bassa della schiena, seguito delle ginocchia e le spalle), in mancanza di una corretta attività fisica. In tal caso, per equilibrare i meridiani, è particolarmente utile una pratica yin lenta e consapevole, in cui ogni posizione è mantenuta passivamente per alcuni minuti, per aprire e stimolare le articolazioni, e incrementare il flusso energetico.

 
Sebbene questo yoga sia principalmente statico e non impegnativo da un punto di vista energetico-muscolare (non si fa fatica fisica né si suda) è particolarmente sfidante invece da un punto di vista mentale perché si pone in completa antitesi alla diffusa iperattività fisica e mentale che tanto caratterizza la nostra società occidentale.
 
Non siamo più capaci di restare fermi e in pace con noi stessi.
 
Anche di fronte alla fila di un supermercato o semplicemente aspettando l’ascensore ecco arrivare la noia, l’impazienza, l’irritazione del dover aspettare, del dover attendere (e soprattutto del dover stare qualche istante con noi stessi).
 
Nello Yin Yoga “non si usa il corpo per entrare in una posizione ma si usa la posizione per entrare nel corpo” – Bernie Clark
 
Nel Tao, lo Yin (mezzaluna nera) pur completando lo yang contiene lo stesso principio Yang (rappresentato dal punto bianco) e viceversa. Questo principio che vede lo Yin e lo Yang non solo complementari ma che si contengono reciprocamente viene interpretato nello Yin Yoga come stasi (Yin) nel corpo e accesa Presenza mentale (Yang).
 
I tempi di “stasi” delle varie posizioni possono variare molto, sia da posizione a posizione sia durante il corso dell’anno proporzionalmente all’esperienza dei praticanti.
In linea generale all’inizio del corso le asana sono mantenute per circa 3 minuti l’una (si ricorre all’occorrenza al suono di un campanellino che aiuta nel mantenere i tempi) inframmezzate da alcune posizioni o movimenti che aiutano a compensare il lavoro fatto e a sciogliere ulteriormente la fascia. Verso la fine del corso vengono proposte Pratiche in cui un’asana o un gruppo di asana vengono mantenute per un tempo più lungo arrivando anche a 5 – 6 minuti per posizione.
 
Gli esercizi di concentrazione (Dharana) proposti durante le varie tecniche sono molteplici ma tutti miranti a radicare la persona nel momento presente facilitando lo stato meditativo (inteso come cessazione delle modificazioni mentali – Yogas Chitta Vritti Nirodha).
 
L’ancoraggio al corpo e alle sue sensazioni diventa leva importante per rimanere adesi al “Qui ed Ora” imparando a conoscere la mente, il funzionamento del pensiero e le reazioni emotive meccaniche ad esso correlate.

 

Per saperne di più continua ad approfondire:

Introduzione allo Yin Yoga

Storia dello Yin Yoga

La Pratica dello Yin Yoga

Posizioni nello Yin Yoga

 

Referenze: “Yin Yoga… Outline of a quiet practice”, Paul Grilley. White Cloud Press 2002 – http://www.paulgrilley.com “Insight YOGA”, Sarah Powers. Shambhala 2008 – http://www.sarahpowers.com “Brightening our inner skies Yin and Yoga”, Norman Blair, MiMargins cMac  2017 – http://www.yogawithnorman.com “YinSights”, Bernie Clark. 2007 – http://www.yinyoga.com

 

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Filosofia e origini dello Yoga

Le origini dello yoga risalgono a migliaia di anni fa nell’antica India. Si tratta di una pratica spirituale, filosofica e fisica che mira a raggiungere l’armonia tra mente, corpo e anima. Lo yoga ha radici profonde nelle tradizioni indù e buddiste ed è stato sviluppato in un contesto culturale e religioso diversificato.

Le prime tracce dello yoga possono essere trovate nei testi sacri dell’India antica, con i Veda, scritti tra il 1500 e il 500 a.C., che contengono riferimenti a tecniche meditative e pratiche ascetiche. Tuttavia, è nel periodo degli Upanishad, intorno all’VIII secolo a.C., che lo yoga ha iniziato a essere descritto come un percorso per raggiungere l’illuminazione e la conoscenza spirituale.

approfondisci l’argomento – Le origini dello Yoga

Il sistema filosofico Sankhya (talvolta tradotto come Samkhya) è uno dei sei Darshana (punti di vista) tradizionali dell’antica filosofia indiana. Fondato da Kapila, il sistema Sankhya si basa sulla dualità di Purusha (spirito) e Prakriti (materia primordiale). Esso cerca di comprendere l’origine dell’universo e la liberazione spirituale attraverso l’analisi e la discriminazione delle entità materiali e spirituali. E’ la filosofia teorica da cui nascono gli Yoga Sutra, come metodo pratico per realizzare ciò che è descritto nel Sankhya.

approfondisci l’argomento – Il sistema Sankhya  

Lo Yoga pratico nasce in origine come pratica soprattutto meditativa, viene anche chiamato Raja yoga, o Yoga regale,  ed è stato sistematizzato da Patanjali nell’opera “Yoga Sutra”, scritta circa nel II secolo a.C. Questo testo è considerato uno dei principali pilastri della filosofia dello yoga e definisce gli otto “anga” o membra dello yoga, che includono la pratica fisica delle posture (asana), la scienza del respiro (pranayama) e la meditazione (dhyana).

approfondisci l’argomento – Gli Yoga Sutra e Patanjali

Nel corso dei secoli, lo yoga si è evoluto e ha incorporato influenze da altre tradizioni spirituali e filosofiche. Durante il XIX e il XX secolo, lo yoga è stato introdotto in Occidente e ha sperimentato un crescente interesse a livello globale. Oggi, lo yoga è ampiamente praticato in tutto il mondo, con diverse forme e stili, concentrandosi sia sulla dimensione fisica e di fitness, sia su quella spirituale e meditativa. È considerato uno strumento potente per promuovere il benessere mentale, fisico ed emotivo, e continua ad avere un impatto significativo sulla vita di molte persone.

approfondisci l’argomento – tipologie di yoga e Yoga Marga

 

Vedi il modulo Yin Yoga

 

 

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Il grande sigillo

I consigli di Tilopa su:

“Il Grande Sigillo”

[Mahamudra]

 

Il Grande Sigillo non può essere insegnato, ma tu, benedetto, intelligente Naropa, che affrontando le difficili prove sei paziente nella sofferenza grazie alla devozione verso il maestro, accogli nel cuore queste parole.

Lo spazio si appoggia forse su qualcosa? Similmente, il Grande Sigillo non ha nulla su cui appoggiarsi.
Rimani rilassato nello stato naturale inalterato.
Se si rilasciano i legami senza dubbio si è liberi.

Quando si osserva il centro dello spazio si cessa di vedere tutto il resto.
Similmente, se si osserva la coscienza, le forme di pensiero si dissolvono e si consegue il sommo risveglio.

I banchi di nebbia si dissolvono nello spazio senza andare altrove né rimanere da qualche parte.
Similmente, le forme di pensiero scaturiscono dalla coscienza, ma quando si ha la visione della propria coscienza l’onda delle immagini mentali si dissolve.

La vera natura dello spazio non ha né colore né forma e non è condizionata né dal bianco né dal nero.
Similmente, l’essenza della propria coscienza non ha né colore né forma e non è condizionata né dalla virtù né dal vizio.

Tilopa - Arjavam Yoga TrentoIl cuore del sole chiaro e limpido non può essere oscurato dal buio delle ere cosmiche.
Similmente, la chiara luce che è l’essenza della propria coscienza non può essere oscurata dal ciclo delle ere cosmiche.

Si definisce “vuoto” lo spazio, ma lo spazio è indicibile.
Similmente, la propria coscienza è detta “chiara luce”, tuttavia in essa non c’è nulla che possa essere definito dicendo “è così”.

Dunque, la vera natura della coscienza è sin dal principio come lo spazio, e non c’è nulla che non confluisca lì.

Smetti di fare qualunque movimento fisico e rimani tranquillo nello stato naturale.
Non hai nulla da dire, i suoni sono vuoti come l’eco.
Non hai nulla a cui pensare, contempla ciò che trascende la mente.

Il corpo umano come una canna di bambù, la coscienza al di là dei pensieri come il centro dello spazio: rilàsciati in questo stato senza perdere la consapevolezza né trattenere nulla in mente.

La coscienza senza punti di riferimento è il Grande Sigillo.
Prendendo dimestichezza con questo stato si ottiene il Sommo Risveglio.

La visione del grande Sigillo, che è chiara luce, non può essere conseguita attenendosi alle esposizioni dogmatiche e alle scritture proprie sia del sistema exoterico: sutra (insegnamenti), vinaya (regole), abhidharma (filosofia), paramita (perfezioni) sia di quello esoterico: tantra.
Infatti la visione della chiara luce è ostacolata dal dogmatismo.

L’osservanza dogmatica dei precetti equivale a non mantenere il vero impegno.
Non avere fissazioni à libertà dal dogmatismo.
Il pensiero è come l’onda che si alza e ritorna naturalmente.
Se non si possiede la consapevolezza del valore autentico, al di là delle idee fisse e comportamenti rigidi, l’impegno spirituale è mantenuto come una lampada che elimina l’oscurità.

Quando si è liberi dal dogmatismo, perché non ci si fissa più su una conclusione, si consegue la visione del vero significato di tutti gli insegnamenti.
Se si penetra questa verità ci si libera dalla gabbia del divenire. Se si contempla questa verità si brucia tutto ciò che oscura e causa sofferenza.
Chi così realizza è detto “lampada dell’insegnamento”.

Gli sciocchi che non stimano questa verità finiscono per lasciarsi trascinare dalla corrente del divenire. Poveri sciocchi che devono sopportare questa insopportabile sofferenza!
Se essi desiderano porvi fine devono seguire una guida esperta e far discendere nel proprio cuore l’energia spirituale, così la loro coscienza sarà libera.

Oh, vivere condizionati dal divenire non ha senso e causa sofferenza. L’azione mondana è senza valore, perciò si consideri cos’ha valore e senso.

Il supremo modo di vedere è trascendere soggetto e oggetto.
La suprema meditazione è non essere distratti.
La suprema condotta è assenza di sforzo.
La realizzazione della mèta è non avere né speranza né timore.

La vera natura della coscienza è chiarezza al di là delle immagini.
La mèta della via degli esseri risvegliati è conseguita senza una via da percorrere.
Il sommo risveglio è realizzato senza qualcosa da praticare.

Oh, considera bene l’esistenza mondana. Essa è transitoria, come un’illusione e un sogno non è qualcosa di reale. Perciò pentiti e lascia l’azione mondana.
Taglia completamente i legami affettivi con il tuo seguito ed il tuo Paese. Medita da solo in un eremo di montagna o nella foresta.

Rimani nello stato in cui non c’è nulla da meditare.
Quando otterrai ciò che non è da ottenere, allora otterrai il Grande Sigillo.

Dal tronco di un grande albero si sviluppano rami e foglie, però se lo si taglia di netto alla base tutti i rami seccano.
In modo simile, quando si recide la mente alla base seccano le foglie e i rami del divenire.

L’oscurità accumulata durante le ere cosmiche è cancellata da una lampada.
Similmente, l’unica chiara luce della propria coscienza dissipa gli oscuri ostacoli dell’ignoranza accumulati durante le ere cosmiche.

Oh, tramite l’intelletto non si ha visione di ciò che lo trascende; tramite l’azione non si comprende ciò che la trascende.

Se desideri attingere ciò che trascende l’intelletto e l’azione, recidi la tua mente alla base e lascia la consapevolezza nuda.
Lascia che l’impura acqua dei pensieri si schiarisca.
Lascia la realtà fenomenica così com’è, senza affermare né negare.

Quando non c’è più attaccamento né rifiuto, si comprende che l’esistenza è il Grande Sigillo.

La base di tutto non è nata, perciò è libera dal condizionamento delle tracce psicologiche.
Rimani nell’essenza non nata, senza orgoglio e calcolo.
Lascia che i fenomeni appaiano naturalmente e le immagini mentali si dissolvano.

Il supremo modo di vedere è la completa libertà dal dogmatismo.
La suprema meditazione è la vasta profondità senza confini.
La suprema condotta è la rottura dei limiti.
La suprema mèta è lo stato naturale senza più aspettative.

La mente del principiante all’inizio è come una cascata, poi diventa come il fiume Gange che scorre tranquillo, infine è come il confluire dei fiumi nell’oceano, quando madre e figlio si incontrano.

Se si è dotati di capacità inferiori, non essendo in grado di rimanere nello stato naturale grazie alle istruzioni precedenti, occorre mantenere la pura consapevolezza attraverso il controllo della respirazione. Inoltre, tramite la fissazione dello sguardo si può concentrare la mente in vario modo, finché non si riesce a rimanere in uno stato di pura consapevolezza.

Se ci si affida al “sigillo dell’azione” si può sperimentare il sentire non duale del piacere e del vuoto: quando la sacra energia del metodo e dell’intuizione è armonizzata, va fatta scendere lentamente, poi deve essere trattenuta, tirata indietro, ricondotta alla fonte ed espansa in tutto il corpo.
In questo momento, se non c’è più desiderio, sorge il sentire non duale del piacere e del vuoto.

Chi pratica in questo modo avrà vita lunga senza capelli bianchi e crescerà come la luna; avrà un aspetto luminoso e la forza del leone; otterrà velocemente i poteri ordinari e rimarrà assorbito nel sommo risveglio.

Questa istruzione personale sull’essenza del Grande Sigillo possa rimanere nel cuore degli esseri destinati a riceverla.

 

 

 

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Corsi yoga Pergine

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Corsi Yoga a Pergine Valsugana

La società sportiva dilettantistica SSD Yoga Planet organizza per i suoi associati dei corsi yoga a Pergine Valsugana. Ci trovi nella suggestiva sala Luna di Maggio, sopra l’erboristeria omonima a Pergine Valsugana, un  luogo ideale per immergerti nella pratica dello yoga e scoprire i molteplici benefici che essa può offrire tra cui:

  • rinforza il corpo, tonifica e dona energia
  • migliora la mobilità articolare
  • rende i muscoli più flessibili ed elastici
  • apporta un migliore equilibrio fisico e mentale
  • dona più consapevolezza di noi e di ciò che ci circonda
  • favorisce un respiro calmo e più profondo

Avvicinarsi allo Yoga significa entrare in contatto con una saggezza millenaria e fare un passo verso il miglioramento del benessere fisico, mentale ed emotivo.

I nostri corsi di yoga a Pergine
corso power yoga pergineYOGA FIT

Stile yoga attivo, intenso, dinamico ed energizzante. E’ una pratica che fonde diverse tradizioni, come l’hatha yoga, il power yoga, il vinyasa flow e il pranayama, al fine di riscaldare e riattivare l’energia del corpo. Questa forma di yoga coinvolgente e intensa si concentra sull’attivazione del core e sulla tonificazione di tutto il corpo, aiutando a rafforzare i muscoli e migliorando la flessibilità.

Il flusso continuo delle asana (pose) e delle sequenze permette di mantenere un’attività costante, risultando divertente ed entusiasmante per chi pratica. Grazie alla combinazione di movimenti fluidi e posizioni dinamiche, si favorisce la circolazione sanguigna, contribuendo a migliorare il flusso energetico nel corpo.

Inoltre, questa pratica favorisce la sudorazione, permettendo al corpo di eliminare le tossine e purificarsi attraverso il sudore. Ciò aiuta a liberare il corpo da tensioni accumulate donando una sensazione di benessere e leggerezza.

Opzione eccellente per coloro che desiderano una pratica più dinamica e coinvolgente, che lavora a livello fisico e mentale, fornendo una preziosa opportunità di equilibrio, vitalità e purificazione per tutto l’organismo.

corsi yin yoga pergineYIN YOGA

Stile di yoga lento e interiorizzato, adatto a persone di tutte le età e a qualsiasi livello di esperienza. Vissuto come una pratica meditativa e riflessiva, principalmente svolta a terra, in cui ogni posizione viene mantenuta per un periodo prolungato, generalmente 2-3 minuti. Questa modalità di esercizio favorisce un approccio più contemplativo e consapevole, permettendo di approfondire il rapporto con il proprio corpo e la mente.

Durante questa pratica, il corpo si lascia andare e si rilassa in profondità, favorendo l’allungamento e il rilassamento delle parti più rigide e resistenti del corpo, dove spesso si accumula lo stress. Il lungo tempo di permanenza in ciascuna posizione offre la possibilità di sciogliere gradualmente le tensioni, permettendo al corpo di ritrovare il proprio equilibrio e armonia.

Il lavoro del corpo in questa forma di yoga è principalmente passivo, incoraggiando uno stato di abbandono e di completa accettazione delle sensazioni e delle emozioni che emergono durante la pratica. Per agevolare il comfort e il rilassamento, vengono spesso utilizzati cuscini specifici, che permettono di sostenere il corpo in modo adeguato e confortevole.

Questa pratica rinfrescante e riposante ha il potere di rigenerare sia il corpo che la mente, offrendo una pausa dallo stress e dalla frenesia quotidiana. Mentre ci si connette con il proprio respiro e si immergono in una dimensione più interiore, si stimola anche il rafforzamento del tessuto connettivo.

Il yoga lento e interiorizzato è particolarmente indicato per coloro che desiderano approfondire la consapevolezza di sé stessi, ridurre lo stress e rilassarsi a livello profondo. È una pratica che permette di scoprire la bellezza e l’importanza del momento presente, aprendo la strada alla tranquillità interiore e all’armonia con il proprio essere.

corso di yoga dolce pergineYOGA DOLCE

Questo tipo di yoga è una pratica adatta a persone di tutte le età e a qualsiasi livello di esperienza. Grazie alla sua natura inclusiva, accoglie chiunque desideri avvicinarsi a questa disciplina senza limiti di età o abilità fisica. La sequenza di movimenti dolci e posture statiche di rilassamento e allungamento crea un’esperienza armoniosa e benefica per il corpo e la mente.

Le sessioni di questo yoga iniziano con movimenti fluidi e delicati, che aiutano a preparare il corpo per le successive posture. Questi movimenti possono essere adattati alle esigenze e alle capacità individuali dei partecipanti, garantendo un approccio progressivo e personalizzato.

La parte centrale della pratica prevede posture statiche di rilassamento e allungamento. Mantenendo queste posizioni per un periodo appropriato, si dà al corpo il tempo necessario per rilassarsi e distendere i muscoli. Ciò contribuisce a sciogliere le tensioni accumulate nella vita quotidiana, riducendo la rigidità e il disagio muscolare. Inoltre, l’attenzione alla respirazione è fondamentale durante questa fase, poiché aiuta a migliorare la consapevolezza respiratoria, portando benefici alla salute respiratoria generale e al benessere psicofisico.

Questo tipo di yoga è particolarmente vantaggioso per la salute della schiena. Le posture e gli esercizi mirati contribuiscono a rafforzare la muscolatura della schiena, favorendo una postura più corretta e alleviando eventuali dolori o fastidi legati a problemi posturali.

In conclusione, questo tipo di yoga rappresenta un’opportunità meravigliosa per tutte le persone desiderose di migliorare il benessere complessivo, ritrovare flessibilità e forza nel corpo, e coltivare un equilibrio emotivo e mentale duraturo. La sua natura inclusiva e adattabile lo rende accessibile a tutti, permettendo a ognuno di sperimentare i numerosi benefici che questa millenaria disciplina ha da offrire.

Meditazione mindfulness PergineMEDITAZIONE

Dedicare del tempo alla meditazione è un gesto prezioso per esplorare il nostro mondo interno e trovare momenti di pace e silenzio nella frenesia quotidiana. La meditazione ci offre uno spazio privato per riconnetterci con noi stessi, accogliendo con gentilezza e senza giudizio ciò che emerge durante la pratica. È un momento in cui possiamo lasciar andare le preoccupazioni e le tensioni, permettendo alla mente di trovare equilibrio e serenità.

Attraverso la meditazione, stimoliamo e rinforziamo le nostre capacità intellettive. La pratica costante dell’attenzione e della concentrazione ci rende più presenti e lucidi, migliorando la nostra capacità di focalizzarci su compiti e sfide quotidiane. Inoltre, la meditazione ci aiuta a sviluppare la nostra capacità di osservare i pensieri e le emozioni senza esserne sopraffatti, consentendoci di affrontare la vita con maggiore equanimità.

Uno degli aspetti più preziosi della meditazione è la sua capacità di aiutarci a gestire le emozioni negative come la paura, l’ansia e lo stress. Attraverso la pratica della consapevolezza, impariamo a riconoscere queste emozioni, a comprendere le loro cause profonde e a sviluppare una risposta più equilibrata. La meditazione ci insegna a respirare attraverso le difficoltà, a osservare le emozioni senza giudicarle, permettendoci di affrontare le sfide con più calma e resilienza.

Con il tempo, la meditazione porta a un aumento significativo della consapevolezza di sé e del mondo circostante. Diventiamo più attenti alle nostre azioni, alle relazioni e alle dinamiche interne. Questa maggiore consapevolezza ci permette di prendere decisioni più consapevoli e di vivere la vita in modo più autentico e significativo.

Corso mindfulness bambini PergineMINFULLNESS BAMBINI

Quando ci si avvicina all’insegnamento della meditazione ai bambini, si adotta un approccio delicato e giocoso che si differenzia dalla pratica degli adulti. Le lezioni di meditazione per i più piccoli sono progettate per stimolare l’aumento della consapevolezza attraverso il gioco e l’esplorazione creativa. Questo metodo coinvolgente offre ai bambini la possibilità di scoprire la meditazione in modo naturale e divertente, rendendola facilmente accessibile alle loro menti curiose.

Attraverso il gioco, i bambini imparano a essere pienamente presenti nel momento, senza preoccuparsi del passato o del futuro, e si concentrano sull’esperienza del presente. Attraverso attività ludiche, si promuove un senso di attenzione e connessione con il proprio respiro, diventando consapevoli delle sensazioni e delle emozioni nel momento in cui si verificano. La pratica del respiro consapevole può essere trasformata in un’avventura, in cui i bambini immaginano di viaggiare con la loro respirazione e di scoprire mondi nuovi e affascinanti.

L’esplorazione creativa è un altro elemento chiave nelle lezioni di meditazione per bambini. Attraverso la visualizzazione guidata, i bambini sono incoraggiati a esplorare il loro mondo interno con l’aiuto della fantasia. Questa esperienza immaginativa li aiuta a sviluppare l’empatia, poiché si mettono nei panni di personaggi fantastici e si identificano con le emozioni e le sfide di questi personaggi.

Questo approccio ludico e creativo alla meditazione per i bambini li aiuta a sviluppare una relazione positiva con la pratica fin da piccoli. A differenza di un’attività didattica formale, queste lezioni si trasformano in un’avventura coinvolgente che nutre la loro curiosità e immaginazione. Inoltre, insegnando loro a essere presenti, a riconoscere le emozioni e a sviluppare empatia, si forniscono loro strumenti preziosi per affrontare le sfide della crescita e del rapporto con gli altri in modo sereno e consapevole.

Yoga Bambini Pergine YOGA PER BAMBINI

La pratica dello yoga per i bambini è un’esperienza divertente e altamente benefica, che inizia a plasmare una mente sana e un corpo forte sin dalla tenera età. Avvicinare i bambini allo yoga fin dai primi anni della loro vita offre innumerevoli vantaggi che li accompagneranno nel corso della loro crescita.

Questa pratica ludica è progettata per essere un’esperienza rilassante e appagante, che cattura l’attenzione e l’interesse dei bambini. Ogni lezione si trasforma in un’avventura coinvolgente che li intrattiene e allo stesso tempo li guida verso la calma interiore. Attraverso il gioco e l’interazione, i bambini si avvicinano alla meditazione e agli esercizi yoga in modo spontaneo, imparando a concentrarsi e a connettersi con se stessi in modo giocoso e leggero.

Una delle preziose abilità che i bambini sviluppano attraverso lo yoga è la concentrazione. Nell’esercitarsi con le diverse pose e i movimenti, imparano a focalizzare la loro attenzione e a rimanere presenti nel momento presente. Questo è un aspetto fondamentale che può aiutarli nell’apprendimento e nello sviluppo di abilità cognitive e sociali.

Inoltre, lo yoga per i bambini li aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio corpo. Attraverso pose specifiche e divertenti esercizi yoga, i bambini prendono confidenza con i loro movimenti e le loro capacità fisiche. Questa consapevolezza del corpo è essenziale per sviluppare una buona postura, coordinazione e agilità, oltre a promuovere una sana relazione con il proprio corpo fin dall’infanzia.

 

CONTATTI

Per informazioni/iscrizioni ai corsi di Yoga a Pergine (Trento)

  • telefono:

Yoga e Meditazione Adulti

          • Giacomo 348 934 7536
          • Francesca 347 761 3260

Yoga e Meditazione Bambini

          • Maurizia 349370 9658
  • mail: arjavamyogatrento@gmail.com
  • FB:  https://www.facebook.com/ArjavamYogaTrento/

iscrizioni sempre aperte: è possibile aggiungersi al gruppo in qualsiasi momento durante l’anno

Prove gratuite: la prima lezione di ogni nostro corso è di prova gratuita.

Sala: Ambiente caldo con pavimento in legno naturale da 15-18 persone.

Spogliatoio, bagno con doccia, cucinino e spazio tisane.

Dove si trova la Sala: Via Venezia 45, sopra l’erboristeria Luna di Maggio

 

calendario e parcheggio

 

Note:
  • per chi lavora a turni e non ha un orario fisso è possibile prenotare la pratica di volta in volta
  • per chi frequenta il corso in pausa pranzo viene data la possibilità di fermarsi in sala yoga a riposarsi e/o mangiare utilizzando la cucina fino alle ore 15.00
  • la libreria è a consultazione libera prima e/o dopo la Pratica all’interno della struttura. E’ possibile accedere al prestito gratuito previo pagamento della cauzione.
  • Su richiesta si attivano corsi anche per piccoli gruppi (3-5 persone).

CORSI DI YOGA A PERGINE


Struttura tipo della lezione

Come sono strutturati solitamente i nostri corsi di Yoga a Pergine  (presso la Sala Luna di Maggio @ Pergine Valsugana)?

Ecco un esempio


corsi di yoga a Pergine

Struttura tipo di una lezione di Yoga Fit

  • presa di consapevolezza del proprio corpo (propriocezione), meditazione
  • riscaldamento
  • tecniche di Hatha Yoga e Vinyasa in piedi e a terra
  • rilassamento finale

Struttura tipo di una lezione di Yin Yoga

  • presa di consapevolezza del proprio corpo (propriocezione), meditazione
  • riscaldamento
  • tecniche di Yin Yoga, soprattutto a terra, mantenute per un certo tempo
  • rilassamento, Pranayama (esercizi di respirazione), meditazione, Yoga nidra

Per saperne di più

YogaFit

Yin Yoga

 

 

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Wilma Fontanari
Wilma Fontanari
2023-06-04
Grande professionalità e umanità! Grazie
Monica Pedrotti
Monica Pedrotti
2023-06-03
Ho iniziato a frequentare il corso di Yin Yoga da qualche mese, dopo un’esperienza di alcuni anni in un altro centro. Giacomo è un ottimo insegnante, molto attento a mettere a proprio agio tutti i partecipanti, verifica con discrezione la correttezza delle posizioni yoga e guida il gruppo stimolando importanti riflessioni sull’approccio personale a questa pratica. La sala dove si tiene il corso è molto accogliente e di “atmosfera”, appena si arriva tutto lo stress della giornata rimane fuori dalla porta. Nelle immediate vicinanze è disponibile un ampio parcheggio.
Massimo Sabatello
Massimo Sabatello
2023-06-01
Ho iscritto mia moglie in uno dei suoi corsi e l'esperienza è stata unica e soddisfacente. Persona molto competente e coinvolgente!
Silvia Bilancioni
Silvia Bilancioni
2023-05-30
Ottima esperienza! Ho iniziato i corsi di YogaFit e Meditazione, entrambi super validi e con una guida ottima. Giacomo è veramente disponibile e in grado di prestare la giusta attenzione a tutti i membri del gruppo. Super consigliato
Alessia Biasi
Alessia Biasi
2023-05-30
Sala yoga molto accogliente, rilassante e pulitissima. Giacomo è molto bravo, preparato e ti fa' sentire sempre a tuo agio. Consiglio a tutti questo corso di yoga.
Maurizio Emer
Maurizio Emer
2023-05-29
Mi sono avvicinato allo yoga per la prima volta. Sono stato fortunato perché ho trovato un ambiente sereno e accogliente. Esperienza da proseguire.
Giordana Droghei
Giordana Droghei
2023-05-29
Una bellissima esperienza! Ambiente pulito e confortevole, personale attento gentile e professionale. Lo consiglio a tutti! 😊
enrica guardini
enrica guardini
2023-05-29
Ho capito che questo corso di Yoga aveva una marcia in più già dal fatto che, nonostante le lezioni prova e il corso che volevo fare fosse già piene, Giacomo, l’insegnante, si è prodigato a far sì che potessi partecipare qualche mese dopo avvisandomi (cosa che non si prende la briga di fare nessuno praticamente). Una volta arrivata alla sala (spaziosa, pulitissima, calda e accogliente) mi sono subito sentita parte del gruppo. Giacomo è attento ma non invadente, rispettoso dello spazio personale dei partecipanti (non ti corregge o tocca senza prima avere il tuo benestare). In più, ciliegina sulla torta, a fine lezione c’è sempre una buona tisana e della frutta secca e noci a coccolarti! È un bellissimo posto per prendersi un momento per se e ricaricarsi!
Alessia B
Alessia B
2023-05-29
Giacomo, un maestro con altissimo livello di competenza e professionalità, la sua sala Luna di Maggio è moderna, pulitissima e con tutti i comfort (la tisana post lezione è una coccola irrinunciabile). Per me il primo anno di pratica, in un momento particolare della mia vita, mi è servita molto, Giacomo sempre presente e disponibile.