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Percezioni sottili

Percezioni.
Percezioni di cose straordinarie.
Percezioni sottili.
Vedere.
Vedere cose straordinarie, sottili.
Sentirle.
Viverle.
Lo vorresti anche tu?
E perché?
Soprattutto…
…non ti sembra che dicendo così stai considerando la tua vita non straordinaria?
Il problema è un altro.
E’ che ti abitui.
L’abitudine ti frega.
L’abitudine rende normale, non interessante, noioso, ciò che in realtà di straordinario ti sta davanti agli occhi.
E ciò che ti circonda, il solo fatto di esistere ad esempio, è straordinario, solo che non te ne accorgi.
Vuoi cose straordinarie?
Guarda come funziona un albero.
Capiscilo.
Sentilo davvero.
Respiralo.
Vuoi cose straordinarie?
Osserva la vita, il tuo corpo, il sorgere del sole, le stelle.
Anche la scienza ti aiuta.
Hai mai realizzato la stranezza degli atomi e delle particelle che si sono così disposti, in modo così perfetto, per formare la materia e poi la vita?
Che siamo formati letteralmente da polvere di stelle? Lo sapevi che tutti gli atomi che ti compongono si sono formati in tempi remoti in qualche stella?
Non ti sembra strano che la vita sembri funzionare perfettamente per interazioni elettriche?
Che il 99,98% di ciò che vedi è vuoto e che ti sembra invece così pieno?
O che il tempo possa scorrere in modo diverso per due persone, una sulla terra e una nello spazio…
Ma senza entrare nella scienza.
Come fa il tuo cervello a formulare un pensiero?
Non è incredibile la consapevolezza di esistere? Il fatto stesso che ti senti esistere?
Ma chi sei?
Vuoi una percezione sottile e straordinaria?
Fermati e chiediti chi sta respirando nel tuo corpo. Sei consapevole del tuo respiro? E chi lo è? Dov’è? Chi sei? Da dove vieni? Sei stato creato o esistevi da prima di nascere? Perché sei qui nel corpo che ti ritrovi?
Non provare a darti risposte con la mente ma fallo col corpo, con tutta la tua interezza, col silenzio.
Fermati e percepisci il fatto di esistere.
Non hai bisogno di percepire l’aura, di leggere il pensiero degli altri.
Hai bisogno di accorgerti di un paio d’occhi tristi che ti guardano e che chiedono di te.
Chi sta di fronte a te esiste.
Non hai bisogno delle siddhi, di telepatia, di viaggi astrali.
Stai qui, stai con i piedi per terra. E’ il tuo Ego che desidera queste cose perché vuole sentirsi speciale. O meglio, più speciale degli altri. E perché il tuo Ego vuole essere speciale? Perché il desiderio di distinguerti dagli altri? Di essere diverso e speciale?

Non hai bisogno di castelli per essere speciale, per essere accettato, essere amato, ammirato, lodato, intervistato, innalzato, idolatrato.

Tu hai bisogno invece di accorgerti dell’abitudine che copre la meraviglia del mondo che ti circonda con il sipario della noia, hai bisogno di imparare nuovamente a commuoverti che sia per un tramonto, la domanda di un bambino o il sorriso di una persona anziana.

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