Corso di Meditazione a Pergine

Corso di Meditazione a Pergine – Mindfulness

corsi di meditazione a Pergine

 

Il corso di meditazione a Pergine è un’opportunità per esplorare il proprio essere interiore e trovare un momento di pace e silenzio. La meditazione offre uno spazio per riscoprirsi, accogliere e lasciar andare.

Meditare non è semplicemente una tecnica, ma uno stato di coscienza da raggiungere. Durante il corso, non ci si siede “per fare meditazione”, bensì si permette che la meditazione accada naturalmente.

L’avvicinamento alla pratica meditativa avviene gradualmente, in modo progressivo. Durante il corso, vengono insegnate diverse tecniche complementari, come il Pranayama, che comprende esercizi di respirazione consapevole per favorire il rilassamento e l’armonia. Inoltre, vengono presentate tecniche di Dharana, che mirano a sviluppare la concentrazione mentale, e tecniche di yoga Nidra, che favoriscono un profondo stato di rilassamento.

Attraverso un percorso strutturato e guidato, il corso di meditazione a Pergine offre agli partecipanti l’opportunità di sperimentare l’essenza della meditazione e di integrare questa pratica nella propria vita quotidiana. È un’occasione per esplorare il proprio mondo interiore e godere dei benefici di una mente calma e serena.

BENEFICI:
  • Aiuta a rilassare corpo e mente
  • Favorisce il corretto equilibrio energetico YIN-YANG
  • Stimola e rinforza le capacità intellettive (concentrazione, memoria, fantasia, creatività)
  • Apporta maggior consapevolezza psico-fisico-emotiva
  • Aiuta a gestire paura, ansia, stress
  • Offre la possibilità di accedere ad una dimensione spirituale profonda

REQUISITI: non è richiesta nessuna esperienza pregressa

ORARIO: Tutti i mercoledì alle ore 20:50

DOVE:  presso Sala Luna di Maggio, sopra l’erboristeria Luna di Maggio. Viale Venezia 41, Pergine Valsugana.

“Meditazione è la scoperta che
la meta dell’esistenza
è sempre raggiunta
nell’istante presente.”

Alan Watts

 

 

Per informazioni/iscrizioni al corso di Meditazione a Pergine Valsugana

telefono: Giacomo 3489347536

mail: arjavamyogatrento@gmail.com

FB:  https://www.facebook.com/ArjavamYogaTrento/

iscrizioni sempre aperte: è possibile aggiungersi al corso di Meditazione a Pergine in qualsiasi momento durante l’anno

Prove gratuite: la prima lezione di ogni nostro corso è di prova gratuita. Prenota la tua prova al 3489347536

Sala: Ambiente caldo con pavimento in legno naturale da 15-18 persone. Spogliatoio, bagno con doccia, cucinino e spazio tisane.

 

POSTI DISPONIBILI

Prenota la tua pratica al 348 93 47 536

 

Yin Yoga a Pergine

Yin Yoga a Pergine
corsi di yoga a Pergine - Yin Yoga

 

COS’É ? Yin Yoga a Pergine è uno yoga lento e interiorizzato svolto prevalentemente a terra. Ogni posizione mantenuta per 2-3 minuti rilassa il corpo e lavora in profondità allungando e sciogliendo le parti più rigide e resistenti dove spesso si somatizza lo stress. Il lavoro è passivo e svolto attraverso la gravità e l’ausilio di mattoncini, cuscini, bolster…

BENEFICI:

  • Rinfresca, riposa e rigenera corpo e mente
  • Rinforza il tessuto connettivo di legamenti, articolazioni, tendini
  • Aiuta a ripristinare la corretta motilità muscolo-articolare favorendo lo scollamento di eventuali adesioni mio-fasciali
  • Bilancia lo stile di vita dinamico o troppo YANG apportando energia YIN
  • Migliora la capacità di concentrazione e avvicina alla meditazione

REQUISITI: Per tutti, non è richiesta nessuna esperienza yoga pregressa

ORARIO: i lunedì alle ore 18:00, i mercoledì alle ore 19:45

DOVE:  presso Sala Luna di Maggio, sopra l’erboristeria Luna di Maggio. Viale Venezia 41, Pergine Valsugana.

 

Per informazioni/iscrizioni ai corsi di Yin Yoga a Pergine Valsugana

telefono: Giacomo 3489347536

mail: arjavamyogatrento@gmail.com

FB:  https://www.facebook.com/ArjavamYogaTrento/

iscrizioni sempre aperte: è possibile aggiungersi al gruppo di Yin Yoga a Pergine in qualsiasi momento durante l’anno

Prove gratuite: la prima lezione di ogni nostro corso è di prova gratuita. Prenota la tua prova al 3489347536

Sala: Ambiente caldo con pavimento in legno naturale da 15-18 persone. Spogliatoio, bagno con doccia, cucinino e spazio tisane.

 

POSTI DISPONIBILI

Prenota la tua pratica al 348 93 47 536

 

Sala Luna di Maggio

Le attività sono sospese durante i mesi estivi.

Il nuovo calendario corsi verrà pubblicato in agosto

Sala Luna di Maggio
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Sala Luna di Maggio
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Calendario dei corsi yoga a Pergine

CALENDARIO DEI CORSI YOGA A PERGINE
Il calendario delle lezioni di yoga segue il calendario scolastico regionale.
Durante le giornate in giallo non si terranno lezioni di yoga.
calendario lezioni yoga
TABELLA DELLE ATTIVITA’ – corsi yoga a Pergine

corsi yoga pergine

Dove: nella nuova sala Via Venezia 45, sopra l’erboristeria Luna di Maggio

Per informazioni/iscrizioni ai corsi di Yoga a Pergine (Trento)

telefono: Giacomo 3489347536

mail: arjavamyogatrento@gmail.com

FB:  https://www.facebook.com/ArjavamYogaTrento/

iscrizioni sempre aperte: è possibile aggiungersi al gruppo in qualsiasi momento durante l’anno

Prove gratuite: la prima lezione di ogni nostro corso è di prova gratuita.

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Sala: Ambiente caldo con pavimento in legno naturale da 15-18 persone.

Spogliatoio, bagno con doccia, cucinino e spazio tisane.

 

PAGAMENTO DELLE QUOTE ASSOCIATIVE

  • Le quote vengono raccolte ad inizio mese a conferma del posto in sala prenotato.
  • Se qualcuno si iscrive per la prima volta ai corsi a metà mese verranno fatte pagare per quel mese solo le lezioni frequentate.
  • E’ possibile cambiare in corso d’anno sia il modulo sia il numero di lezioni a settimana frequentate
  • Per il ritiro anticipato dai corsi non è previsto il rimborso della quota versata.
  • Si chiede di avvertire  con un messaggio della propria intenzione ad interrompere il percorso o di eventuali assenze
RECUPERI A FINE ANNO PER COMPENSARE LE VACANZE IN CALENDARIO
Di seguito la tabella con il conteggio del numero di lezioni totali e i recuperi gratuiti a giugno spettanti per le festività annuali
(NB: vengono considerate 4 lezioni al mese)
RECUPERI PER ASSENZE DOVUTE A MALATTIA
  • Viene offerta la possibilità di recuperare le assenze dovute a malattia dell’allievo regolarmente iscritto tramite la frequenza di un’altra sessione di yoga tra quelle proposte settimanalmente.
  • Per procedere ai recuperi è necessario mettersi d’accordo con l’insegnante e trovare assieme in quale settimana è possibile venire una volta in più a frequentare la sessione scelta.
  • NB: Non è possibile richiedere lo sconto sulle quote dei corsi per le lezioni non frequentate
  • In caso di assenze dell’insegnante la lezione sarà tenuta da un sostituto. Se non riusciamo a garantire la pratica yoga verrà mandata una mail o un messaggio per avvisare gli iscritti e la lezione persa sarà aggiunta ai recuperi dovuti nel mese di giugno.
PARCHEGGIO:
All’interno dell’abbonamento è compreso il parcheggio che si trova in Via Venezia,  dall’altra parte della strada rispetto all’erboristeria Luna di Maggio come mostrano le immagini sotto.
E’ un campo sterrato privato di proprietà ad uso esclusivo dei partecipanti dei corsi tenuti nella Sala Luna di Maggio
NB: i clienti della sala NON POSSONO usare il parcheggio dei negozi: Erboristeria Luna di Maggio e fioreria Fiori d’incanto ma devono usare il parcheggio loro riservato specialmente e soprattutto nei corsi in orario di negozio ossia: Lunedì e venerdì ore 18,  giovedì ore 9.
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SALA LUNA DI MAGGIO

 

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Riflessioni sullo Yoga

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Realizzazione e illuminazione

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Yoga e accettazione

Yoga, avere obiettivi e presenza mentale

La sensibilità ci è di ostacolo o di aiuto?

La morte dell’Ego: se la persona non esistesse?

Percezioni sottili

Chi è il tuo Maestro?

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Tipologie di Yoga

La storia di Jhon e lo Yoga

Presenza mentale e Yoga

Il senso della vita: una domanda urgente

Emozioni e pranayama

Yin Yoga: considerazioni

Perché praticare Yoga?

Yoga ed emozioni

La vastità dello Yoga

Yoga semplice: partiamo dalla realtà e da ciò che possiamo sperimentare  

Shavasana     

 

 

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Shavasana e rilassamento profondo

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Shavasana e rilassamento profondo.

Posizione del morto.

Si può dire davvero molto su questa posizione.

Spesso è intesa come il momento di rilassamento finale.

Coperta, e si molla tutto.

Esistono diversi metodi per raggiungere uno stato di rilassamento profondo. Dallo Yoga Nidra con la rotazione della coscienza (percorso nel quale varie parti del corpo vengono nominate in successione e portate sullo schermo della coscienza, ossia vengono percepite), all’unione di alcune tecniche di pranayama con l’idea di rilassare il corpo o qualche sua parte…

Anche il Training Autogeno assomiglia molto allo yoga Nidra e da cui ha attinto se non le specifiche tecniche sicuramente i principi.

Vorrei farvi notare tuttavia alcune cose a riguardo che se non portate a livello conscio rischiano di diventare falsi miti e conoscenze errate.

 Se è vero che la mente si abitua in fretta è anche vero che dall’abitudine acquisita, specialmente in modo inconscio, ci si forma un’idea e dall’idea la regola o lo schema mentale.

Una volta che abbiamo uno schema mentale, ecco la gabbia.

E’ vero che per rilassarsi si consiglia di spegnere i cellulari, di trovare un ambiente caldo, confortevole, silenzioso, in leggera penombra, con l’aria pulita, senza insetti, senza impegni impellenti, senza bambini che chiamano o che giocano, ben coperti, su un materassino di una particolare gomma che isoli bene dal pavimento, con una mezz’oretta almeno a disposizione ed eseguire determinate tecniche…

…ma è anche vero che se dallo Yoga impariamo a rilassarci SOLO ed ESCLUSIVAMENTE se ci troviamo nelle situazioni più idonee non stiamo muovendo un passo verso la libertà, ma verso una prigione.

E lo Yoga, ricordiamolo, è LIBERTA’.

Imparate pure a rilassarvi nelle condizioni più idonee, perché facilitano lo stato.

Se non hai mai sentito il profumo e il gusto di una pesca, ti avvicinerai ad una pesca, la assaggerai. Una volta che hai capito il suo gusto, non occorre trovare sempre e per forza l’albero di pesche mature per strada quando ne vorrai una, ma potrai portarti la pesca con te. Una volta che avrai imparato ad entrare in quello stato di rilassamento, per essere libero e godere della sua efficacia, dovrai portarti il rilassamento con te quando ti servirà.

Ma non ci saranno sempre tutte le condizioni più idonee…

…ed è questa la vera libertà.

Potersi rilassare anche quando NON E’ tutto perfetto.

E’ semplice. Devi lasciar andare l’idea che tutto debba per forza essere perfetto per permetterti di raggiungere quello stato.

Ma chi l’ha mai detto?

E se non ci riesci ancora, abbi compassione di te, amati, datti un abbraccio, fai un sorriso, e riprova.

E allora nel tempo riuscirai a fare un rilassamento profondo senza una tecnica, o seduto su una sedia in un aeroporto rumoroso, oppure in treno, o in un luogo freddo con spifferi d’aria, o avendo solo 5 minuti di tempo a disposizione, o a fianco a tuo figlio che gioca mentre ti rilassi con un occhio mezzo aperto per vedere cosa combina.

Bastano pochi respiri, o anche uno solo… ed espirando molli tutto, entri nello stato profondo.

E se la vita non ti darà nemmeno il tempo di quei cinque minuti proprio quando ne hai più bisogno…

…con un espiro consapevole lascerai andare persino l’idea di aver bisogno di un rilassamento. Rimarrà tutta la stanchezza di prima, certo, ma senza l’attrito del doverla vivere e sopportare, e magari invece con la curiosità di doversela portare appresso ancora un po’, e vedere se si riesce a stare abbastanza vigili e svegli, monitorando come gendarmi il nostro emotivo per non farsi colorare l’umore.

E se accade di ritrovarsi l’umore spigoloso perché stanchi, inspiro profondamente, e faccio un altro espiro, un altro lasciar andare, un altro mollar tutto. Mollare anche l’idea di poter avere tutto sottocontrollo, di poter usare la stanchezza come propulsione per esercitare la nostra attenzione e consapevolezza.

Questa volta è andata così, e nasce un sorriso di vera pace e libertà.

 

 

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La pratica dello Yin Yoga

Yin Yoga
Come noi pratichiamo è molto più importante di cosa pratichiamo. Troppo spesso gli studenti di yoga entrano in posizioni contorte senza preoccuparsi se quello che stanno facendo è benefico oppure è dannoso.  In realtà stanno solo seguendo il loro ego che vuole mostrarsi bene nei confronti degli altri. Lo yoga non è mai uno sport competitivo, è una pratica interna che serve per aumentare la propria consapevolezza, il non attaccamento, l’equanimità e la moderatezza.

Noi non usiamo il corpo per entrare in una posizione, noi usiamo la posizione per poter entrare profondamente nel corpo. 

Praticato correttamente, lo yoga dona molti benefici tra i quali alcuni psicologici e molto importanti come la calma interna e intuizioni spirituali tanto valorizzate dai vecchi Yogi del passato.  Dobbiamo solo praticare con tutto noi stessi, con attenzione e con intenzione. 

Innanzitutto occorre preparare il luogo di pratica che non deve essere né caldo né freddo, ben pulito, ordinato, il più possibile al riparo da ciò che potrebbe disturbare la pratica, rumori, telefonate…

Quando dobbiamo praticare lo Yin yoga?

A questa domanda non è facile dare risposta: ci sono molte variabili e a seconda dell’intenzione con la quale ci si approccia alla pratica ci possono essere differenti modalità.

Generalmente è meglio praticare questa tipologia di yoga:

  • quando i nostri muscoli sono freddi in modo che la sollecitazione arrivi ai tessuti bersaglio e che le forze di tensione non siano assorbite dalle fibre muscolari  già calde e quindi elastiche
  • la mattina presto è il momento migliore perché i muscoli generalmente sono molto freddi
  • la sera tardi prima di andare a dormire e anche un momento propizio perché calma la mente e facilita lo stato di sonno e di riposo
  • prima di una pratica Yang (che sia una corsa, un’attività sportiva oppure uno yoga dinamico) 
  • Quando la vita è particolarmente stressante e quindi serve bilanciare le energie Yang con la pratica Yin 
  • Dopo un lungo viaggio essendo il viaggiare un’attività particolarmente Yang

A seconda di dove vogliamo lavorare, se più sul lato emotivo, psicologico oppure prediligendo l’aspetto fisiologico-muscolare e articolare  il momento in cui si sceglie di praticare può variare.

Tuttavia, se vogliamo sempre seguire l’idea di bilanciare gli opposti, non è sempre tempo di una pratica Yin.  Ad esempio dopo una giornata invernale passata in casa a lavorare al computer potrebbe essere che per bilanciare  le nostre energie abbiamo bisogno di una pratica attiva e dinamica. 

E’ bene affrontare la pratica a stomaco vuoto, possibilmente puliti,  indossando indumenti comodi, larghi, in modo che i movimenti del corpo non abbiano alcun impedimento. Qualcuno consiglia anche di non indossare oggetti metallici, orecchini, braccialetti e di non essersi cosparsi di profumo in quanto durante la pratica eventuali esercizi respiratori porterebbero all’inalazione di sostanze non del tutto naturali.

I tre Tattva della pratica dello Yin Yoga

Sarah Power  ci introduce tre principali  principi semplici ed efficaci per la pratica dello Yin Yoga:

  1.  entrare nella posizione ad una giusta intensità
  2.  rimanere immobili
  3.  mantenere la posizione del  tempo

 Ricordare questi tre principi mentre si pratica semplificherà tutto.  il primo principio che si applica a qualsiasi pratica dello Yoga è anche spesso chiamato “playing your edges”  ossia giocare con i propri limiti.

 

Playing your Edges

Il primo principio della pratica dello Yin Yoga è questo: ogni volta che entri in una posizione fermati al punto in cui senti una giusta resistenza nel corpo.  Non provare subito ad entrare nell’allungamento massimo ma dai al tuo corpo l’opportunità di allungarsi e invitalo con calma e con pazienza ad aprirsi. 

Solitamente durante i primi 30 secondi  viene attivato un importante arco riflesso nel corpo che tende a proteggere le fasce muscolari da un allungamento eccessivo. La sua prima reazione è quindi di contrarre il muscolo che viene allungato. Se si resiste questi 30 secondi nella più completa immobilità questo arco riflesso si disattiva e solitamente si apre uno spazio per poter intensificare la posizione. 

Durante l’asana  occorre far sì che sia il corpo a dirci dove andare e non la nostra mente. Magari con la nostra mente vorremmo fare la posizione perfetta, raggiungere l’allungamento massimo,  vorremmo mantenere la posizione per più tempo, vorremmo forzare le cose dove non andrebbero naturalmente.

Occorre invece svuotare la mente e fare spazio per poter ascoltare cosa il corpo ha da dirci.  Teniamo a mente che ogni pratica yoga è diversa da quella precedente e come è diversa la pratica è diverso anche il nostro corpo e la sua reazione all’esercizio. Noi non siamo sempre uguali e affrontare la pratica con l’idea che sia una prestazione sportiva, o che dobbiamo almeno eguagliare ciò che abbiamo raggiunto nelle pratiche precedenti oltre a creare stress può essere la mentalità che porta proprio a farci del male. “Playing your edges” significa proprio arrivare ad un punto in cui il corpo ci parla e desidera fermarsi (e che non è il suo limite massimo!), fermarsi quindi con lui ed aspettare. Poi magari il corpo desidera riprendere il cammino, magari qualcosa si sblocca o si scioglie, magari un muscolo che era contratto si rilassa ed è quindi possibile entrare più in profondità nell’asana, e si percorre il cammino finché il corpo non desidererà fermarsi nuovamente allorché si aspetterà che si apra un nuovo cancello.

Tutto questo sembra una danza  tra mente e corpo. 

Ogni tanto non ci sarà nulla che si scioglierà, ogni tanto il corpo non si aprirà  e quindi non sarà possibile intensificare ulteriormente la posizione. Quando questo accade, bisogna davvero  accettare il fatto che è il corpo che decide e non la nostra mente.

Quando entriamo in una posizione occorre lasciar cadere le nostre aspettative di come dovremmo essere e di come vorremmo mostrarci agli altri. 

L’essenza dello Yin  è cedere e arrendersi, accettare le cose, piegarsi allo scorrere degli eventi. 

Lo Yang  desidera cambiare il mondo, lo Yin invece lo accetta per come è, gli permette di esistere con le sue imperfezioni.

Nessuno dei due sistemi è migliore dell’altro ma si completano a vicenda, a volte è necessario cambiare il mondo mentre altre è fondamentale saperlo accettare.

Una bellissima preghiera che spiega un po’ questo sistema è la seguente:

 Donami Dio la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,  

donami il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, 

e donami la saggezza per capire la differenza.

L’armonia e l’equilibrio nella vita derivano dalla saggezza che deve essere appresa attraverso l’esperienza e il primo tattva è l’opportunità per avvicinarsi a questa saggezza. 

E’ importante anche non entrare troppo poco all’interno della posizione. 

Se non stiamo sentendo niente, se siamo troppo comodi, vuol dire che possiamo intensificare di più la postura. Se invece sentiamo l’asana lavorare andare oltre sarebbe solo Ego. Lo Yin yoga non è creato per stare nella comodità, al sicuro dentro la nostra zona di comfort,  ma occorre stare al limite di quel leggero disagio e fastidio dove sentiamo che c’è del lavoro che viene fatto al livello delle fasce muscolari ma che possiamo sopportarlo dolcemente per del tempo, occorre trovare la giusta intensità e assicurarsi che il lavoro non sia troppo.

I maggiori benefici derivano proprio dallo stare fuori  dalla zona di comfort ma senza provare dolore. Fintanto che non c’è dolore noi restiamo nella posizione. Il dolore è sempre un biglietto di sola andata per uscire dalla posizione.  Sensazioni di forte calore, dolori lancinanti come se qualcuno ci pugnalasse o scariche elettriche sono dei segnali che non solo andrebbero prevenuti (perché vuol dire che in qualche modo abbiamo esagerato) ma sono anche chiari segnali di uscire immediatamente dall’asana.

Si ricorda infine che il beneficio maggiore in termini di salute non è lo stesso in termini di performance. 

E’ importante avere chiare le nostre intenzioni. Stiamo cercando un maggior beneficio in termini salutistici o una maggior performance?  Spesso atleti ginnasti e ballerini che lavorano per avere dei risultati in termini sportivi hanno dei problemi alle articolazioni perché le hanno pericolosamente messe sotto stress. 

 I nostri limiti non sono solo fisici, ma abbiamo anche limiti mentali ed emotivi che si riflettono sulla nostra capacità di movimento. 

Potrebbe essere che ci sia effettivamente una resistenza ad entrare più profondamente nella posizione e che questa resistenza non sia fisica ma mentale o emotiva.

Che ci sia una parte inconscia di noi stessi che si rifiuta di intensificare e che si trattiene per evitare un flusso di ricordi dolorosi, pensieri o sensazioni spiacevoli. E’ importante ricordare che con lo yoga possono sciogliersi dei blocchi emotivi e non è raro che compaia spontaneamente un pianto anche forte e apparentemente immotivato.

Accadesse occorre restare calmi e ringraziare per il dono che ci è stato fatto e usare le nostre lacrime come indizio per un’indagine più profonda. Attraverso questa autoindagine è possibile capire cosa il nostro inconscio ci vuole riproporre e cosa possiamo rielaborare della nostra vita per risolvere dei drammi profondi o delle sacche emotive che avevamo seppellito all’interno di noi stessi.

Resolving to be still

Il secondo tattva dello Yin yoga è l’immobilità. Una volta che abbiamo trovato il nostro limite noi ci fermiamo e aspettiamo nella più completa e totale immobilità. La mente proverà di tutto per farci muovere in qualche modo. 

Da sempre noi sperimentiamo la nostra esistenza attraverso il movimento, che sia mentale, emotivo o fisico. Basti pensare che quando il corpo rimane perfettamente immobile anche il senso del tatto vieni disattivato. Se noi appoggiamo una mano sul tavolo e la teniamo perfettamente immobile per un tempo bastante, ad un certo punto non sentiamo più il tavolo. Noi non siamo abituati nella maniera più totale a restare immobili. Nel momento in cui ci imponiamo l’immobilità ecco comparire del prurito, dei fastidi che prima non esistevano e che sono stati creati dalla mente.

Ci sono due eccezioni all’immobilità:

  1. Se compare del dolore o se abbiamo davvero grandi difficoltà a restare in posizione
  2. Se il corpo si è aperto e ci invita ad andare più in profondità

In questi due casi allora è possibile muovere il corpo.

Ci sono tre tipi di immobilità che vengono attivate durante la pratica:

  • Immobilità del corpo, come un’imponente montagna.
  • Immobilità del respiro, come un lago d’alta quota
  • Immobilità della mente, come l’azzurro del cielo

Immobilità del respiro non significa cessare di respirare ma che il respiro diventa tranquillo, gentile. Un respiro calmo è regolare, lento e profondo, naturale e si compie senza sforzo.

E’ possibile accompagnare la pratica Yin da un leggerissimo Ujjayi.

Grazie al respiro è possibile passare alla fase successiva, ossia calmare anche la mente.

Usare la mente per calmare la mente non porta da nessuna parte. Occorre quindi ricercare queste tre immobilità in sequenza. Rimanendo immobili nel corpo allora il respiro tenderà a rallentare e diventare più calmo e profondo. Attraverso questo tipo di respiro la mente a sua volta si rilasserà e troverà uno stato di pace. 

Lo stato di pace è uno stato di presenza consapevole nelle sensazioni del corpo e della mente. Se arriva un pensiero o un’emozione semplicemente rimaniamo come il cielo in cui queste nuvole possono prendere forma e dissolversi. La natura del cielo non è intaccata dalla presenza delle nuvole. Se anche tutto il cielo fosse coperto da nuvole noi sappiamo che dietro alle nuvole il cielo continua ad esistere, azzurro come prima.

Holding for time

Una volta che siamo arrivati al giusto punto di intensità e che abbiamo cercato l’immobilità tutto quello che resta da fare è restare immobili. I tessuti Yin non sono elastici e quindi non rispondono bene ad un movimento costante. Essendo più rigidi hanno bisogno di una forza applicata per un periodo lungo di tempo. Generalmente si possono mantenere le posizioni da un minuto fino a venti. 

Anche se ognuno è diverso possiamo dire che generalmente sollecitare un tessuto inizialmente lo indebolisce. Questo è l’essenza dell’esercizio. Una volta che il tessuto coinvolto viene messo a riposo si ricostruisce diventando più forte. Se noi applichiamo troppa sollecitazione o la manteniamo per troppo tempo o non permettiamo ai tessuti di recuperare la loro forma allora si creano i presupposti per creare un danno.

Siccome siamo tutti diversi non è possibile dare una regola assoluta ma ciò che vale nello Yang non vale anche nello Yin. Se tra due pratiche Yang, o tra due attività sportive, si consiglia circa di far passare 24 ore questo tempo non vale per lo Yin in quanto i tessuti potrebbero aver bisogno di più tempo per ricostruirsi.

Asana di inizio sessione

All’inizio della nostra pratica vogliamo del tempo per scivolare lentamente nel corpo e nelle sue sensazioni.

Prima di andare in profondità con delle estensioni troppo intense dobbiamo preparare il corpo. Lo stesso principio si applica con le flessioni frontali o con le torsioni. 

Permettere il corpo di acclimatarsi al lavoro dello yoga con delle posizioni più dolci eseguite nella prima parte della pratica permette questo approccio più sicuro e naturale. 

Anche se non cerchiamo di scaldare i nostri tessuti, si ricorda che li vogliamo freddi per poter beneficiare del lavoro dello Yin Yoga, quello che cerchiamo di fare è quindi di decongestionare dolcemente il corpo affinché possa rispondere meglio nelle asana più intense. 

A questo scopo ecco una lista di asana di apertura:

  • Butterfly – aiuta ad aprire le anche e prepara la colonna ad estensioni più intese
  • Child’s Pose – aiuta il radicamento ed ha una qualità calmante
  • Caterpillar e Dangling – aiutano a sciogliere la colonna e preparano per più intese flessioni
  • Frog (versione Tadpole) – effetto simile a butterfly
  • Sphinx – stimola il meridiano dei reni che supporta tutti gli altri organi, scioglie la colonna e la prepara per altre estensioni spinali

Uno studente molto flessibile può anche cominciare con qualsiasi asana se si ricorda bene il primo Tattva dello Yin Yoga e rispetta i suoi limiti ascoltando bene cosa dice il suo corpo. 

Tuttavia asana come Snail, full Seal o Winged Dragon hanno bisogno generalmente di preparazione più o meno da tutti. 

Essendo che nello Yin si sta in posizione per più tempo non vengono creati particolari flussi di asana sebbene alcuni principi siano mantenuti:

  • Preparare il corpo alle asana più intense con altre più semplici che lavorano le stesse articolazioni/muscoli
  • Eseguire le asana in blocchi (estensioni spinali, flessioni spinali, aperture delle anche…)
  • Iniziare con asana gentili o con la meditazione
  • Finire con le torsioni e con Shavasana (pentacle)

L’ordine dei blocchi centrali delle asana è a seconda del tempo a disposizione e di dove l’insegnante abbia deciso di lavorare. Ci sono insegnanti anche che lavorano un lato del corpo alla volta legando due-tre o più asana di intensità crescente da farsi prima su un lato e poi sull’altro.

Se si ha poco tempo è meglio fare meno posizioni piuttosto che farne di più e mantenerle per tempi più corti.

Continua ad approfondire:

Yin Yoga in generale

Introduzione allo Yin Yoga

Storia dello Yin Yoga

La Pratica dello Yin Yoga

Posizioni nello Yin Yoga

 

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realizzazione e illuminazione

morte dell'Ego

realizzazione e illuminazione

Se tu (come persona/Ego) desideri illuminarti…

…la meditazione è il muro contro il quale ti scontrerai ai 100 all’ora.

Seduto per ore aspetterai la folgorazione.

Aspetterai visioni.

Aspetterai le siddhi o altri effetti speciali.

Proverai tecniche di concentrazione, di respirazione…e ti sentirai anche migliorare in alcune di queste.

Ma sarà sempre il tuo Ego a migliorare.

Se non lo farà forse ti inventerai cose e crederai di aver avuto visioni o illuminazioni (sarebbe troppo frustrante non aver mai realizzato nulla, no? meglio inventarsele ad un certo punto)

E quelle poche cose che capirai e nelle quali migliorerai ti sembreranno tanto all’inizio.

Ma alla fine, giorno dopo giorno, ti accorgerai che sei sempre tu e che in realtà non è mai accaduto proprio nulla di nulla.

Perché per accadere davvero qualcosa dovrai morire.

La persona deve morire.

L’Ego deve morire.

Non fisicamente.

Interiormente.

E la cosa più divertente in tutto ciò è che non lo puoi fare tu.

E’ una delle poche cose che non potrai fare/conquistare mai. O per lo meno non tu.

Non potrai mai disfarti dell’Ego. O uccidere l’Ego. Perché sarebbe sempre l’Ego a volerlo fare.

E’ questo il muro.

Quando nella meditazione ti schianterai ripetutamente sul muro, forse, finalmente sconfitto e affranto, realizzerai l’importanza di rivolgere i palmi delle mani verso il cielo…

…ed ecco che forse qualcuno/qualcosa ti concederà un’intuizione perché illuminarti non dipende affatto da te.

 

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Introduzione allo Yin Yoga

Yin Yoga

Differenze tra Yin e Yang Yoga

La maggior parte delle forme di yoga oggi pratiche sono dinamiche, attive, disegnate per lavorare solo metà del nostro corpo: la parte muscolare, ossia i tessuti Yang. Lo Yin Yoga ci permette di lavorare con l’altra metà, i profondi tessuti Yin, ossia legamenti, articolazioni, la fascia e persino le nostre ossa.

Tutti i nostri tessuti sono importanti e devono essere esercitati affinché noi possiamo ottenere il miglior beneficio in termini di salute e vitalità.

Ma si possono esercitare le nostre articolazioni? Non è forse pericoloso? Sì e no. Dipende da come questo esercizio viene fatto: possiamo allenare le nostre articolazioni in modo sicuro se però lo facciamo in modo intelligente.

Se questo lavoro viene fatto in modo errato possiamo senz’altro fare danno al nostro corpo ma qualsiasi forma di esercizio in realtà se fatta in modo errato potrebbe danneggiarci.

Sono molti i benefici che possono derivare da una corretta pratica dello Yoga: possono essere  benefici fisici, mentali, emotivi, energetici, spirituali. I benefici che possiamo ottenere dipendono molto dalla nostra intenzione quando pratichiamo.

 Come noi pratichiamo è tanto importante quanto cosa pratichiamo.

 Esiste un aspetto Yin  della nostra vita e un aspetto Yang.

 Allo stesso modo esiste un modo Yin di Praticare Yoga e un modo Yang.

Praticare nella modalità Yin vuol dire fare particolare attenzione a concetti come cedere, accettare,  permettere, nutrire. 

Anche in una pratica Yang in cui si suda molto possiamo adottare una sensibilità e una ricettività propria dello stile Yin  che ci aiuterà a vivere lo Yoga in modo molto più completo e profondo. 

Alcuni studenti trovano inizialmente questo stile di yoga noioso, passivo, o troppo dolce, ma presto scoprono che può essere una pratica sfidante,  aspetto dovuto soprattutto al tempo di mantenimento delle posizioni. Lo Yin yoga è semplice, ma semplice non vuol dire facile. Si può rimanere in una posizione da pochi minuti anche fino a 20 o più.

Gli stili di Yang Yoga generalmente stimolano le fibre e le cellule dei muscoli con movimenti ritmici e ripetitivi.  Al contrario, i tessuti Yin, essendo più secchi e molto meno elastici, potrebbero essere danneggiati se sollecitati allo stesso modo.  Si può dire che per questo genere di tessuti è meglio che vengano applicate forze più gentili e per un periodo più lungo di tempo affinché possano cedere, sentire la sollecitazione e rispondere alla stessa adeguatamente. 

Le nostre articolazioni possono essere viste semplicemente come spazi tra le ossa nei quali è possibile il movimento. 

Gli stabilizzatori delle articolazioni sono i legamenti, i muscoli e i tendini che collegano le ossa assieme tra di loro. Generalmente uno dei  compiti dei muscoli è proteggere le articolazioni. Infatti se c’è troppa sollecitazione nell’articolazione è il muscolo che si danneggerà prima, poi i legamenti, e infine l’articolazione. Da questo punto di vista lo Yang Yoga per come è strutturato non è fatto per allenare l’articolazione ed è per questo che è così importante allineare correttamente il corpo per entrare nelle varie posizioni.

Yin Yang

Lo Yin nello Yang

Una cosa interessante che è riscontrabile nel simbolo del Tao è che all’interno dello Yang è contenuto un punto Yin e all’interno dello Yin è contenuto un punto Yang. Allo stesso modo all’interno dei muscoli che sono Yang  permea la fascia che come una rete capillare collega e dà struttura ai tessuti mantenendoli nella posizione dove sono e rivestendo anche i singoli gruppi di cellule. Si può dire che circa il 30% di quello che noi chiamiamo muscoli è in realtà fascia ed è proprio la fascia  all’interno dei nostri muscoli che determina l’ampiezza del movimento mentre sono le cellule che compongono le fibre stesse che ne determinano la forza sviluppata con la contrazione.

 Se lo Yang Yoga è veramente ottimale per sviluppare la qualità di forza dei nostri muscoli sorprendentemente è solo una pratica Yin, ossia mantenere la posa per un tempo più lungo, che aiuta in modo profondo ed efficace ad aumentare l’ampiezza del movimento.

Lo Yang nello Yin

All’interno dei nostri tessuti Yin possiamo trovare anche elementi Yang.  Nella fascia e nei legamenti ci sono fibre che si contraggono esattamente come accade all’interno dei nostri muscoli. Troviamo fibre elastiche chiamate elastine: i nostri tessuti connettivi possono contrarsi e accorciarsi. 

La vita ed i suoi periodi Yin e Yang

Fisiologicamente, attraverso la nostra pratica dello Yoga,  mettiamo le basi alla nostra stabilità e alla nostra mobilità. Se osserviamo ad esempio l’arco della nostra vita e il nostro invecchiamento, che può accadere più velocemente o più lentamente, notiamo che tutto comincia in modo assolutamente Yang: da infanti noi abbiamo la mobilità, le articolazioni sono notevolmente mobili, ma non abbiamo la stabilità. Crescendo lentamente ci irrigidiamo e diventiamo lentamente più Yin: la stabilità arriva con l’avanzare dell’età. 

Da ragazzi non abbiamo bisogno di ulteriore mobilità (ossia di rendere più Yang ciò che è Yin). La nostra parte Yin (stabile, rigida, ferma, piantata) è invero alquanto mancante. Al contrario abbiamo bisogno di ottenere più stabilità (rigidità-Yin) e quindi abbiamo bisogno di lavorare sulla parte Yin di ciò che è Yang, ossia sui nostri muscoli, per renderli più stabili, forti, spessi, ed aiutando quindi attraverso i muscoli le articolazioni rinforzandole e proteggendole. 

Quindi esiste un tempo Yang della nostra vita nel quale abbisogniamo forme di esercizio apposite, ed esiste un tempo Yin della nostra vita nel quale per non perdere la mobilità o riguadagnare la mobilità persa (a livello dell’articolazione o della fascia) abbiamo bisogno di esercizi Yin, ossia che aiutino le articolazioni semisaldate o bloccate a sciogliersi.  Senza un particolare esercizio corriamo il rischio di diventare sempre più rigidi con l’invecchiamento perdendo in breve tempo gran parte della mobilità originale delle nostre articolazioni.

Le forme di esercizio adeguate

 Tutte le forme di esercizio hanno in comune due caratteristiche:

  1.  inizialmente bisogna sollecitare i tessuti
  2.  successivamente occorre lasciare del tempo ai tessuti di riposarsi

Il problema della nostra società moderna è che sollecita molto il nostro sistema ma ci permette di prenderci poco tempo per la seconda fase e non meno importante che è quella di riposo.  Noi abbiamo un grande bisogno di sollecitare il corpo, i muscoli, la mente ma abbiamo enorme bisogno anche di lasciare che il corpo, i muscoli e la mente si riposino. 

C’è uno specifico bilanciamento Yin/Yang che conduce  allo stato di benessere, troppo Yin o troppo Yang non vanno bene in nessun caso,  gli eccessi non portano ad uno sviluppo armonico e salutare del nostro corpo. 

Per non danneggiare i nostri tessuti occorre prestare particolare attenzione ad applicare uno sforzo Yang ai tessuti Yang e uno sforzo Yin ai tessuti Yin.  Noi contraiamo i nostri muscoli per proteggere le articolazioni e rilassiamo i nostri muscoli per sollecitare ed esercitare le nostre articolazioni.

Continua ad approfondire:

Yin Yoga in generale

Introduzione allo Yin Yoga

Storia dello Yin Yoga

La Pratica dello Yin Yoga

Posizioni nello Yin Yoga

 

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